Bari, la vita in "gabbia" di Barbara

Disabile da quando aveva quattro mesi. Residente negli alloggi popolari del capoluogo pugliese, è costretta a vivere in casa. Né l'ascensore, né un montascale nel suo palazzo. E dal 2007 chiede un aiuto che non è ancora arrivato

Bari, la vita in "gabbia" di Barbara

Vivere, sì, ma come? La qualità della vita di Barbara Lacalendola è una beffarda, drammatica e amara vicenda di ascensori e montascale chiesti e mai ottenuti. Per vivere appunto.
Lei, una donna di 57 anni, è disabile a causa di una poliomielite che l'ha colpita a quattro mesi di vita. La sua storia, raccontata dalla "Gazzetta del Mezzogiorno", mette in evidenza la disperazione consumata, come la cera di una candela, ogni giorno nelle case popolari di Bari al quartiere San Paolo. Nello stabile non c'è l'ascensore e Barbara dal 2007 chiede almeno un montascale per poter uscire di casa. Nel 2003 i medici le diagnosticarono una paraparesi, un virus che penetra nel sistema nervoso centrale e colpisce prevalentemente i neuroni motori, provocando una forte debolezza muscolare e di conseguenza una paralisi acuta degli arti.

“Non sono neanche potuta andare all'ultima visita medica – ha dichiarato al quotidiano regionale -. Quando devo mettere il piede fuori da casa è un calvario. Intendiamoci, mi riferiscono solo a quelle volte in cui devo andare dal medico a fare la visita di controllo, non di certo per godermi una passeggiata. I miei figli mi caricano sulle spalle e mi portano giù. Io sono una mamma e capisco che non posso distruggere la loro vita per la mia malattia”. Parole forti, quelle di una madre che non vuole pesare sulla vita dei figli. Parole forti di una donna che vede negata la sua libertà. “Vivo in questa casa come se fossi in una gabbia” ha continuato.

Nello stabile non ci sono mezzi per la sua mobilità.

L'alloggio è di edilizia popolare, di chi è la responsabilità di una situazione così assurda? Più volte, da quanto si apprende dal quotidiano, Lacalendola ha fatto richiesta all’Arca, l'ex Istituto Autonomo Case Popolari, ma sia i tecnici che le segreterie continuano a non dare risposta, addirittura pare avessero perso la documentazione per le richieste insistenti della signora. Un situazione al limite del paradossale. Una condizione di disumanità per Barbara che, infine conclude lanciando la sua accusa in faccia all'opinione pubblica di tutto il Paese: “io così non vivo”.

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