La barista pro migranti riceve donazioni per oltre 9.300 euro in quattro giorni

“Solidarietà per Delia” è il titolo dell’iniziativa che vede come protagonista la titolare del bar Hobbit della città di confine, che circa tre anni fa è balzata agli onori della cronaca con l’appellativo di “Mamma Africa”, per aver rifocillato famiglie di stranieri, soprattutto africani, di passaggio in città

La barista pro migranti riceve donazioni per oltre 9.300 euro in quattro giorni

Il bar che aiuta i migranti, al confine italo francese di Ventimiglia, ha incassato donazioni per 9.316 euro, in soli quattro giorni, grazie a un appello pubblicato sul sito “gofundme” che promuove raccolte fondi legate a una causa sociale. Per la precisione: 296 donazioni (la più alta è di 300 euro), dallo scorso 13 settembre, una circa ogni dieci minuti e il quarto giorno è appena iniziato.

“Solidarietà per Delia” è il titolo dell’iniziativa che vede come protagonista la titolare del bar Hobbit della città di confine, che circa tre anni fa è balzata agli onori della cronaca con l’appellativo di “Mamma Africa”, per aver rifocillato famiglie di stranieri, soprattutto africani, di passaggio in città. Il suo bar, infatti, sorge nei pressi della stazione ferroviaria, zona di largo passaggio.

“A Ventimiglia, 9 km dalla frontiera francese, passano decine di migliaia di rifugiati ogni anno. Fuggono da guerre, da torture, da violenze - si legge nella parte introduttiva dell’appello, che racconta la storia del progetto -. Tentano di varcare il confine per raggiungere familiari o conoscenti in Francia, Inghilterra e altri paesi europei, rischiando la vita durante il tragitto. Una volta superata la frontiera spesso incontrano abusi, detenzioni e respingimenti dalla polizia francese”.

E poi. “Questi tentativi durano mesi, mesi in cui uomini, donne e bambini rimangono bloccati a Ventimiglia, senza accesso ai servizi primari: acqua potabile, bagni pubblici, cibo, un luogo dove dormire, a parte il campo della croce rossa, militarizzato, desolato e distante. I rifugiati sono oltretutto soggetti al razzismo e all'ostracismo di buona parte della popolazione locale, ostile a chiunque non abbia la pelle bianca. In questa situazione drammatica, tuttavia, una piccola parte della popolazione resiste: tra questi Delia, il cui bar è diventato l'anima della solidarietà a Ventimiglia”.

Nel “manifesto” introduttivo - dopo un excursus attorno ai servizi che vengono quotidianamente offerti ai migranti - si fa cenno alle ragioni di questa raccolta fondi: “Tuttavia la solidarietà di Delia l'ha resa invisa al vicinato e a una parte di popolazione di Ventimiglia, che ha messo al bando il Bar Hobbit, soprannominandolo il "bar dei neri" e il "bar degli immigrati” - è scritto -.

Insulti, aggressioni e atti vandalici fanno ormai parte della quotidianità di Delia. L'isolamento, la perdita della clientela e pressioni di vario genere hanno spinto il bar in una situazione economica sempre più grave”.

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