Una vergogna senza se e senza ma. Il passaggio della "Nave carabiniere" sotto il ponte girevole del canale navigabile di Taranto, lascia senza parole. Ma non per il prodigio delle acciaierie navali o per una manovra particolare del comandante, niente di tutto questo.
Gli insulti della vergogna
La vergogna è tutta negli insulti che sono stati rivolti all'equipaggio da parte di un gruppo di "pacifisti" che usano le parole per esprimere solo tutto quel veleno ideologico rispolverato, come fosse un'auto d'epoca in garage, in ogni occasione buona per infangare le nostre Forze Armate. Le offese e gli insulti sono partiti al passaggio della nave. Urla e lancio di oggetti da quelle terrazze che danno sul canale che porta al bacino dell'Arsenale all'interno del Mar Piccolo. Prima la scritta con tanto di striscione "La guerra la stiamo già pagando: chi con la vita, chi con la fame. No Nato! No Putin!". Poi la raffica di fango: "Bastardi, bastardi, assassini, dovete morire".
La solidarietà sui social
Un coro che ha indignato quei milioni di italiani che credono nel lavoro svolto dalle nostre Forze Armate e in questo momento delicato dalla nostra Marina Militare che deve assicurare la protezione dei nostri confini via mare in uno dei periodi più drammatici della storia recente. Sui social la clip video degli insulti si è immediatamente sparsa in lungo e in largo con commenti che hanno restituito la dignità a quell'equipaggio ingiustamente offeso: "Ignoranza allo stato puro,anziché ringraziare i nostri militari che corrono il rischio di non rivedere più le loro famiglie, questi addirittura gridano assassini", si legge su Facebook.
La reazione della Difesa
Ma una presa di posizione è arrivata dallo stesso Ministero della Difesa con le parole del ministro Guerini: "Pur trattandosi di un gruppo ristretto di persone, che non rappresenta in alcun modo i sentimenti riservati dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani alle donne e agli uomini in uniforme, preoccupa la violenza di cui è stata fatta bersaglio la nave della Marina Militate 'Carabiniere', al rientro nel porto di Taranto. Ciò che rincuora è che si tratta dell'opera di pochi, che prende a pretesto una fase di tensione internazionale per cercare di riproporre parole d'odio ingenerose nei confronti di chi si impegna, quotidianamente, per garantire la tutela della sicurezza del Paese e di ciascuno di noi. Si tratta di azioni che si condannano da sole. Voglio esprimere la mia vicinanza all'equipaggio del 'Carabiniere' e a tutta la famiglia della Difesa". Parole di condanna arrivano anche dal sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè: "Immagini che fanno male al paese.
L’aggressione a nave Carabiniere è un gesto che nel nome di un malcelato pacifismo in realtà violento offende le istituzioni e i marinai che ogni giorno adempiono il proprio dovere. Vicinanza agli uomini e alle donne della Marina Militare". Insomma un certo pacifismo di sinistra sfocia sempre nell'odio. Nel mirino, come sempre, la divisa.Immagini che fanno male al paese. L’aggressione a nave Carabiniere è un gesto che nel nome di un malcelato pacifismo in realtà violento offende le istituzioni e i marinai che ogni giorno adempiono il proprio dovere. Vicinanza agli uomini e alle donne di @ItalianNavy. Grazie! pic.twitter.com/iaCj0Jwx6L
— Giorgio Mulè (@giorgiomule) March 16, 2022
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