Bastoni incalza Sala: ''Ecco perché non può nascondersi...''

L'esponente leghista, presente alla festa scudetto attacca: ''Non c'è stato coordinamento. Andavano predisposti quattro-cinque centri strategici dove convogliare i tifosi''

Bastoni incalza Sala: ''Ecco perché non può nascondersi...''

La festa dello scudetto interista diventa sempre terreno di scontro politico: al centro delle polemiche il sindaco di Milano Beppe Sala. Il richiamo della festa è stato troppo forte anche per il leghista Massimiliano Bastoni: ''Io sono un irriducibile. Non me la sarei persa per nessun motivo. Io non sono semplicemente interista: nelle mie vene scorre sangue nerazzurro'' racconta in un'intervista al Corriere della Sera.

Leghista di ferro, consigliere comunale d’opposizione a Milano, e in maggioranza al Pirellone, il suo nome è riecheggiato anche al concertone del Primo Maggio, quando Fedez l’ha citato nel suo monologo dal palco (insieme al collega di partito Luca Lepore). Max Bastoni è soprattutto interista fino al midollo: ''Avrebbero dovuto legarmi per non farmi andare''. Assicura di non essere stato con i 30mila in piazza Duomo, bensì ''davanti al Castello. Sono un irriducibile''.

Una foto lo ritrae insieme ai colleghi di partito Silvia Sardone e Stefano Pavesi, tutti con mascherina nerazzurra d’ordinanza. Immagine che ha provocato non poche polemiche:
''Io sono arrivato che la festa era all’inizio, e ci sono stato poco tempo. Non ho visto nulla di particolare, le persone avevano tutte la mascherina''. Difficile però onciliare il fatto di aver partecipato ai caroselli con gli attacchi al sindaco Sala: ''Guardi che io non ho mai detto di vietare i festeggiamenti. Non me lo sogno nemmeno. Andavano però organizzati, questo sì. Sala non può nascondersi''.

A questo proposito le giustificazioni del primo cittadino non sembrano per nulla convincenti: ''Non può dire che i tifosi non si potevano fermare. Da sempre si organizzano eventi con centinaia di migliaia di persone. E che questo sarebbe accaduto si sapeva da almeno due domeniche. E che la festa sarebbe potuta avvenire domenica scorsa lo si sapeva almeno da una settimana. L’amministrazione doveva pensarci prima. Bastava allora sedersi a un tavolo con prefettura, questura, la società, i tifosi, e organizzarsi per disperdere le persone in vari punti della città, contingentarli''. La stessa posizione è stata assunta anche dal prefetto, secondo cui si è fatto il possibile e non si poteva intervenire con l’idrante: ''Certo, infatti io dico che andavano preparati e comunicati prima quattro-cinque punti strategici della città da dedicare ai festeggiamenti, contingentando le presenze, dove sparpagliare i 30 mila che poi sono scesi in piazza. Si è parlato di San Siro, dell’Arena civica, poi certo piazza Duomo, largo Cairoli''.

La mancanza di un piano strategico ha poi ha fatto il resto: ''E invece è stato fatto tutto in emergenza. Ma emergenza non può essere, quando si sapeva da tempo quello che sarebbe successo. Non c’è stato coordinamento. Da quando esiste il calcio, la vittoria si festeggia in strada. Punto.

Ecco perché il sindaco Sala non può certo scaricare tutto su tre esponenti leghisti. E tra l’altro, non eravamo gli unici politici: c’erano anche esponenti di altri partiti, anche del centrosinistra, ma non farò mai i nomi''.

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