"Potevi aprire lo stadio": rissa Salvini-Sala sulla festa Inter

Polemica per i festeggiamenti nerazzurri. Il sindaco Sala sotto accusa. Scatta l'allarme dei virologi

"Potevi aprire lo stadio": rissa Salvini-Sala sulla festa Inter

L'Inter vince lo scudetto ed esplode la polemica sui festeggiamenti della giornata di ieri. Sono stimate in circa 30mila, dalla Questura di Milano, le persone che nel pomeriggio sono scese in strada per festeggiare. Tra i punti dove si sono raccolti i gruppi maggiori di tifosi, Largo Cairoli e Piazza Duomo. Festeggiamenti anche nei pressi dello Stadio di San Siro.

Poche mascherine, nessun distanziamento e regole completamente saltate. Intanto, dopo le critiche arrivate dal segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri, le accuse sono soprattutto per il sindaco di Milano, Beppe Sala, per la gestione di una situazione che, a detta di molti, “poteva essere prevista“. Ma fino a questo momento il primo cittadino, grande tifoso nerazzurro, non ha ancora fatto commenti.

Botta e risposta Salvini-Sala

"Sala non poteva far entrare 20.000 tifosi in uno stadio che ne contiene 80.000, invece di tacere e scappare? Milano ha ancora un sindaco? #Duomo". Così Matteo Salvini, leader della Lega, su Twitter. Poco dopo, finalmente, il sindaco Sala ha rotto il silenzio rilanciando su Facebook le parole del prefetto di Milano, secondo cui chiudere la piazza avrebbe comportato ancora maggiori assembramenti."Così dichiara il Prefetto di Milano", ha detto il primo cittadino, che coglie l'occasione per rispondere anche al leader della Lega. "Nel frattempo - scrive nel suo post -l'ex ministro dell'Interno Salvini chiede: Sala non poteva far entrare 20.000 tifosi in uno stadio che ne contiene 80.000?. La risposta è no. Innanzitutto perché gli stadi sono chiusi. E poi, come entrano ed escono 20.000 tifosi senza assembrarsi?", si è chiesto il sindaco.

Precedentemente il prefetto di Milano, Renato Saccone aveva commentato all'Adnkronos: "Di fronte a trentamila tifosi esultanti - circa diecimila nel picco in piazza Duomo - non si usano idranti, né ha senso transennare una città. Si opera per evitare incidenti di qualsiasi natura - che non ci sono stati - per ridurre nei tempi le manifestazioni di festa - con il rispetto del coprifuoco - per salvaguardare le tante attività commerciali e della ristorazione e il diffuso passeggio domenicale di un pomeriggio primaverile in zona gialla, così come è stato. Con questo approccio, sono stati previsti e approntati servizi mirati e flessibili, con la consapevolezza che la gestione dell'ordine pubblico è un delicato equilibrio tra interessi non sempre collimanti, i cui risultati positivi non sono facilmente visibili perché consistono spesso in ciò che non accade".

"I servizi di ordine e sicurezza pubblica si sono sviluppati cercando di scongiurare la concentrazione di una unica massa di persone in un'unica area critica e cercando altresì di evitare azioni di contrasto delle forze dell'ordine verso la folla che festeggiava comunque pacificamente. Si precisa che non si sono registrati momenti di conflittualità o tensione". Lo sottolinea, invece in una nota, la questura di Milano, in merito ai festeggiamenti dei tifosi dell'Inter, ieri, nelle principali vie della città e in piazza del Duomo.

Le altre reazioni

La festa dell'Inter?"L'imprudenza non ha colore, l'incoscienza ha tutti i colori dell'arcobaleno. E' chiaro a tutti che questo tipo di manifestazioni sono pericolose". Il punto è che nel weekend "non ci sono state solo manifestazioni di una tifoseria, svolte con pericolosi assembramenti all'aperto. Ma c'è stata la perdita di controllo delle minime misure: ieri gli assembramenti erano ovunque". A dirlo all'Adnkronos Salute Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco. Galli ricorda che abbiamo già sperimentato manifestazioni simili, "abbiamo visto lo scorso anno, quando è stato festeggiato un altro scudetto, in una situazione analoga a questa, nel senso che quando arriva un messaggio che può essere interpretato come 'liberi tuttì, le persone vanno oltre". Il problema è che "la pandemia non è risolta. Il vaccino potrà contribuire in modo sostanziale a ridimensionare il problema ma la tranquillità è ancora lontana".

"I festeggiamenti di ieri sono da evitare". Così a SkyTg24 il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts Franco Locatelli a commento della folla di persone che si è radunata ieri in piazza Duomo a Milano e per le vie della città dopo la vittoria dello scudetto da parte dell'Inter. Immagini che ''assolutamente non possiamo permetterci”, avverte con fermezza Locatelli.“Vanno evitati gli assembramenti anche se la gioia si può comprendere. Ma deve prevalere il senso di responsabilità e i 121mila morti devono averci insegnato qualcosa. Onorare la loro morte vuol dire evitare assembramenti".

Immediate le reazioni anche sul versante politico. ''Gli assembramenti di ieri - dice il presidente della Regione Attilio Fontana -era probabile che si potessero verificare, l'importante è che non succeda più, bisogna fare affidamento e chiedere alle persone il rispetto delle misure di sicurezza. Io mi auguro e spero che i contagi non si alzino, ma questo lo potremo dire tra due settimane". ''Speriamo di no, ma ci aspettiamo tra 15 giorni un aumento dei contagi". Melania Rizzoli, assessore regionale alla Formazione e al Lavoro della Regione Lombardia, ha parlato ad "Agorà" su Rai3 della festa scudetto dei tifosi dell'Inter. "Un assembramento così massivo e importante è davvero preoccupante", ha sottolineato Rizzoli, "tanto più in un periodo così delicato. I controlli? C'erano, ma era impossibile sanzionare 30 mila persone".

Sempre nella trasmissione di Rai3, il virologo Fabrizio Pregliasco ha spiegato che gli effetti delle 'riaperture', delle feste clandestine e di assembramenti come quello dei tifosi dell'Inter di ieri "si vedranno tra 14 giorni, da metà maggio in poi: temo che ci sarà un incremento dei casi, non una nuova ondata ma un'onda di risalita".

Pregliasco ha poi aggiunto: "La speranza è che la vaccinazione dei più fragili possa riequilibrare la situazione, così come confidiamo in condizioni meteo più favorevoli, con più tempo trascorso all'esterno".

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