Ammettiamo che insegnare agli adolescenti è uno dei lavori più difficili che esistano. Ammettiamo pure che il nostro sistema scolastico condiziona pesantemente il lavoro dei docenti, spesso con l'intromissione eccessiva dei genitori. Ammettiamo infine che la ragazzina di 13 anni che ha preso un 4 per avere chiesto all'insegnante se Lucio Battisti era fascista, l'abbia fatto in modo sguaiato, provocatorio, o addirittura insolente. Ammesso tutto, non si dà un voto di merito su una questione disciplinare. Se il comportamento della ragazzina è stato scortese o sfottente, meritava piuttosto una nota disciplinare o - con un provvedimento feroce ancora in uso - di essere mandata fuori dall'aula. Ma un buon insegnante non dovrebbe mai punire un comportamento con un giudizio sulla preparazione. Lo facevano i peggiori insegnanti medi dei miei tempi, e credevo che una prassi del genere fosse stata sepolta insieme alle bacchettate sulle dita, ai nocchini, alle orecchie da asino, al dietro la lavagna. Diamo dunque 4 all'insegnante, e non soltanto per l'abuso d'autorità. La domanda sul presunto filofascismo di Battisti - durante una lezione sui cantanti di quell'epoca - mi sembra piuttosto meritevole di premio, se ben posta. Dimostra attenzione, conoscenza, curiosità. È una domanda sulla quale hanno dibattuto, ahimè, un paio di generazioni incerte fra i fiori di rosa e i fiori di pesco. È anche una domanda scema, perché confonde l'artista con le sue idee politiche, ma la colpa non è della ragazzina.
È delle due generazioni precedenti, che - dopo avere prodotto il piccolo nodo - non sono state in grado di scioglierlo. E non sarà con la discesa ardita di un voto, caro insegnante, che lei aiuterà una risalita.@GBGuerri
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