Papa Francesco starebbe studiando il modo di arrivare alla celebrazione di una messa ecumenica, cioè di una liturgia comune sia ai cattolici sia ai luterani. La proposta sarebbe al vaglio di una commissione riservata e presieduta dal cardinale Kasper, teologo progressista, da sempre considerato un "aperturista" nei confronti di questa ipotesi. A rilanciare la questione - in realtà già molto chiacchierata - è un articolo a firma di Filippo di Giacomo su Il Venerdì di Repubblica. Lo scopo - insomma - sarebbe quello di creare una "preghiera eucaristica ecumenica", con tanto di sacramento della comunione. Una notizia che - se confermata - susciterebbe le immediate critiche di chi - durante questo magistero papale - si è già opposto ad alcune delle modalità di dialogo con i luterani intrdodotte da Bergoglio nel suo pontificato. Papa Francesco si è recato a Lund, in Svezia, dove ha commemorato i 500 anni della riforma di Martin Lutero, chiedendo pubblicamente scusa per la scomunica subita dal riformatore di Wittenberg. Altre vicende molto discusse - poi - sono state l'ingresso di una statua di Lutero in Vaticano e l'emissione di un francobollo commemorativo per la riforma da parte della Santa Sede. Alcuni sono arrivati a definire Bergoglio un Papa "un po' protestante".
La messa ecumenica sarebbe stata prevista per le coppie fisse, cioè per due persone sposate, ma appartenenti a due fedi differenti: quella cattolica e quella luterana. Il cardinale Walter Kasper - intervistato nello scorso gennaio dalla trasmissione Rai " Protestantesimo" - ha risposto così ad una domanda sul sacramento eucaristico per sposati appartenenti a religione diverse: "Se condividono la stessa fede eucaristica, questo è il presupposto, e se sono disposti interiormente, possono decidere nella loro coscienza di fare la comunione". Il cardinale Walter Brandmueller - intervistato da IlGiornale.it - ha risposto in questo modo alla possibilità dell'introduzione della eucarestia in comune tra protestanti e cattolici: "Si parla di una "messa ecumenica"? Si, volentieri – meglio oggi che domani. Ma: prima di suonare le campane andrebbe chiarito che cosa sia la messa. Magari una cerimonia di incontro fraterno in memoria di Gesù, o, piuttosto, la celebrazione del mistero del sacrificio eucaristico, come insegna in ultimo la Sacrosanctum Concilium del Vaticano II". Per i "conservatori" - quindi - esiste una differenza dottrinale di base che non può in alcun modo essere superata in funzione del dialogo ecumenico. Ma come risolvere il problema delle differenze liturgiche? Marco Tosatti - ex vaticanista de La Stampa - ha scritto al riguardo: "Una delle possibili soluzioni prospettate sarebbe il silenzio. Vale a dire che dopo il Sanctus, nel momento in cui normalmente durante la Messa vengono pronunciate le parole: "Padre veramente Santo…" i celebranti potrebbero tacere, ciascuno ripetendo mentalmente la "sua" formula".
E questo è solamente uno dei punti che la "commissione Kasper" starebbe esaminando. I conservatori sono già sul piede di "guerra": per loro la messa ecumenica è un oltraggio alla dottrina ufficiale della Chiesa cattolica.
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