Non c’erano gli elementi per disporre la misura dell’obbligo di dimora nei confronti del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti nell’ambito delle indagini sugli affidi illeciti in Val d’Enza.
A dirlo è la Cassazione che riporta, nelle motivazioni espresse il 3 dicembre per l’annullamento della misura cautelare, la mancanza di “elementi concreti” di reiterazione dei reati e “l’inesistenza di concreti comportamenti” di inquinamento probatorio.
Il 20 settembre era arrivata la decisione dei giudici sulla revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari per Carletti. Il Riesame aveva però predisposto, per l’indagato nell’ambito dell’inchiesta "Angeli e Demoni", l’obbligo di dimora nella sua casa di Albinea, sempre nel Reggiano. Un provvedimento sul quale gli avvocati difensori Giovanni Tarquini e Vittorio Manes, avevano presentato ricorso.
Secondo l’ultimo verdetto non vi sono rischi di inquinamento probatorio. I giudici sottolineano che l’ordinanza del riesame di Bologna non si è basata su “una prognosi incentrata sul probabile accadimento di una situazione di paventata compromissione delle esigenze di giustizia”. Secondo il Riesame, “pur ammettendo l’inesistenza di concreti comportamenti posti in essere dall’indagato, ne ha contraddittoriamente ravvisato una possibile influenza sulle persone a lui vicine nell’ambito politico amministrativo per poi inferirne, astrattamente e in assenza di specifici elementi di collegamento storico-fattuale con la fase procedimentale in atto, il pericolo di possibili ripercussioni sulle indagini”. Il provvedimento dell’obbligo di dimora è stato preso, si dichiara, “senza che vi siano le ragioni dell’ipotizzata interferenza con il regolare svolgimento di attività investigative ormai da tempo avviate”. Risultato di supposizioni inaccettabili, anche il rischio di reiterazione.
Sindaco di Bibbiano del Partito Democratico, Carletti è accusato di abuso d'ufficio e falso ideologico. Ciò che si contesta al primo cittadino è di aver affidato gli spazi della struttura pubblica "La Cura" ad un ente privato. Un affidamento che avrebbe conferito senza gara e, per di più, a titolo gratuito.
Finito nel registro degli indagati per l’inchiesta della procura di
Reggio Emilia, Carletti era stato arrestato il 27 giugno scorso. Su decisione del Prefetto, il primo cittadino era stato sospeso dal ruolo. Dopo poco è arrivata l’autosospendione del sindaco dal partito.
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