Bimba disabile maltrattata, arrestata a Milano anche la zia

L'11 luglio gli agenti hanno fermato anche la 30enne egiziana, che avrebbe maltrattato la nipote e aiutato i due genitori nell'organizzare la fuga in Egitto. È stata traferita San Vittore in attesa del prosceso

Bimba disabile maltrattata, arrestata a Milano anche la zia

I genitori sono in carcere per maltrattamenti dall'inizio di giugno, fermati per avere insultato e fatto del male alla figlia disabile di quattro anni. E l'11 luglio gli agenti del Nucleo Tutela Donne e Minori della Polizia Locale, sotto la direzione del comandante Marco Ciacci, è stata fermata, a Milano, anche la zia della piccola. A carico della donna di trent'anni, infatti, sussistono indizi di colpevolezza e considerato il concreto pericolo di fuga (lei aveva comprato un biglietto aereo di sola andata per l'Egitto per il 14 luglio), è stato ritenuto opportuno procedere con il fermo.

Le indagini della polizia locale erano partite a metà maggio scorso, quando l'ospedale in cui la piccola era ricoverata aveva segnalato al tribunale di Milano possibili maltrattamenti. Gli accertamenti e le intercettazioni, dove si sentivano i coniugi rivolgersi alla figlia con il termine "scimmia" e discutere persino di propositi omicidi, avevano confermato gli abusi sulla bambina. L'inchiesta a carico della parente avrebbe fatto emergere, anche nel suo caso, un quadro indiziario di gravi abusi, fisici e psicologici, ai danni della nipote, commessi sia nella casa di famiglia, si durante il ricovero in ospedale prima che la minore fosse sottrata alla potestà genitoriale dei due. Prima di quel momento, la donna dava il cambio al cognato nell'asistenza della piccola. Nelle telefonate con la sorella, la zia descriveva più volte le azioni compiute contro la nipote tra cui tentativi di soffocamento, pizzicotti, capelli strappati. Oltre ad altri tipi di violenza per costringerla a vomitare.

Dopo l'arresto di padre e madre, fermati poco prima che riuscissero a prendere un aereo per l'Egitto, le forze dell'ordine avevano

continuato a indagare perché esisteva già il sospetto che la zia della bambina avesse partecipato anche all'organizzazione della fuga dei due. La donna è stata portata al carcere di San Vittore, dove è in attesa di processo.

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