Bimba malata di tumore, il tribunale vieta le cure all'estero

L'Istituto tumori di Milano spiega che il medico israeliano non ha fornito informazioni valide dal punto di vista scientifico sul suo metodo di cura

Bimba malata di tumore, il tribunale vieta le cure all'estero

Ha solo tre anni ma convive da tempo con un tumore al cervello particolarmente aggressivo, il glioblastoma diffuso della linea mediana.

La piccola è stata curata dall'Istituto Tumori di Milano e proprio qui attraverso un ciclo di chemioterapia iniziato a luglio la malattia è stata aggredita con successo: nessun effetto collaterale e la bimba non ha perso i capelli e non ha avuto la nausea.

I genitori però si sono rivolti nel frattempo ad altri centri intervnazionali e da Tel Aviv un medico isrlaeliano ha dato una nuova speranza: secondo il professor Shlomi Costantini la malattia è meno aggressiva di quanto i colleghi italiani abbiano riscontrato, e si può combattere con una "terapia molecolare". Così i genitori, nonostante il parere contrario dei medici milanesi, decidono di interrompere le cure nel capoluogo lombardo e di partire, il 13 febbraio, alla volta di Tel Aviv.

Qui la decisione dell'Istituto milanese di avvertire la procura sottolineando le gravi conseguenze a cui potrebbe essere esposta la bimba con un cambio di terapia. E il tribunale dei minori, dopo aver valutato il caso, blocca il trasferimento della paziente: secondo i giudici, infatti, le difficili condizioni emotive dei genitori rischiano di far interrompere una terapia efficace per affrontare un viaggio della speranza senza garanzie cliniche.

"La libertà di cura - spiega alla Repubblica il capo della procura per i minori, Ciro Cascione - non è in discussione, ma il genitore deve avere consapevolezza delle scelte terapeutiche nell'interesse del bambino. Se, come in questo caso, si esce dal tracciato dei protocolli scientifici riconosciuti, dobbiamo intervenire".



Il Tribunale ha autorizzato i genitori a scegliere l'ospedale nel quale vogliono farla curare basta che sia in Italia. E il legale della famiglia, Anna Galizia Danovi, commenta: "La giustizia sta facendo il suo corso, dopo una fase iniziale di apparente tensione. Oggi tutti si augurano che questa vicenda possa avere un lieto fine".

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