Bimbo di 4 anni bruciato in auto, i giudici: "Colpa della progettazione dell'auto Chrysler"

L'azienda costretta a pagare un risarcimento di 150 milioni di dollari: secondo il tribunale l'incidente poteva essere evitato se il serbatoio del carburante fosse stato davanti

Un Jeep Grand Cherokee 1999
Un Jeep Grand Cherokee 1999

Chrysler (che fa parte insieme a Fiat del gruppo Fca) dovrà sborsare 150 milioni di dollari come risarcimento alla famiglia di un bimbo di 4 anni morto in un incidente stradale nel 2012 mentre si trovava a bordo di una Jeep Grand Cherokee del 1999.

Una sentenza storica perché, secondo i giudici, causa della morte del piccolo furono le fiamme scaturite dalla posizione del serbatoio posteriore non a norma. L’auto, infatti, venne investita da dietro e il serbatoio si ruppe dando vita a quello che Jim Butler, legale della famiglia della piccolo Remington Walden, ha definito un "inferno". Una situazione evitabile se il carburante si fosse trovato nella parte anteriore dell'auto. Un rischio, peraltro, che sarebbe stato sottovalutato dal colosso automobilistico che dal canti suo ha annunciato un ricorso in appello. Il processo è durato circa due settimane.

Chrysler tempo fa aveva provveduto a ritirare dal mercato oltre un milione di Jeep Suv con il serbatoio piazzato nel retro. E nel 2013 annunciò che avrebbe ritirato le Jeep Grand Cherokee prodotte tra il 1993 e il 1998.

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