Bitonto e le masserie "smontate" pezzo per pezzo dai ladri di mattoni

Abbandonate a se stesse, le masserie di Bitonto diventano "cave" per i ladri che le smontano per rivendere i "pezzi di ricambio" a chi restaura altri edifici

Bitonto e le masserie "smontate" pezzo per pezzo dai ladri di mattoni

Il salone affrescato si affaccia spoglio e con molte crepe sulla campagna con i suoi filari di ulivi. Il pavimento è stato rubato, mattonella dopo mattonella, così gli infissi delle finestre in legno ottocentesco. Nella stanza accanto giace un animale morto da parecchio tempo.

La masseria è imponente e in gran parte affrescata nell'800. Entrarvi è però pericoloso perché i ladri hanno asportato i pavimenti in pietra bianca pugliese del piano terra, gli scalini, sempre in pietra, le colonne lavorate che sorreggono le scale esterne che portano al primo piano e tutte le mattonelle antiche del pavimento del primo piano.

I proprietari dell'immobile hanno fatto un errore fatale, non hanno un fattore. Quello che gli è accaduto non è una rarità, ma una regola certa e ineluttabile. Tutti i proprietari di masserie nel barese sanno che se non c'è un fattore in ogni singolo edificio antico nelle campagne, tutto verrà rubato per rivenderlo come pezzi di ricambio per altre masserie. Le tenute agricole del barese fino agli inizi del 900 erano piene di masserie fastose e costruite con materiali di gran pregio, alcune erano addirittura delle cittadelle fortificate per difendere i prodotti agricoli dai ladri. Oggi sono miniere di materiali antichi di gran pregio a cielo aperto. I ladri lo sanno e da almeno trenta anni, una volta individuata la loro preda arrivano con una vera è propria ditta edile illegale che smonta tutto con cura notte tempo, per poi rivendere a caro prezzo il materiale a chi restaura altre masserie.

Si sta perdendo un'intero patrimonio culturale e salvarlo non è facile. Le masserie del Salento vengono restaurate dagli stranieri e gli investitori di altre regioni, ma questo non avviene nel barese. Qui la gente non gli dà alcun valore e preferisce vivere in brutti condomini nelle zone nuove dei paesi.

Ecco che le splendide masserie del Settecento o Ottocento, magari anche affrescate, non hanno alcun valore sul mercato e non ricevendo fondi dallo Stato diventano solamente un peso per i proprietari delle aziende agricole. E pensare che se fossero in Salento o vicino ai trulli di Alberobello varrebbero centinaia di migliaia di euro, se non milioni. Ecco che senza alcun valore immobiliare, fondi statali per restaurarle e fattori, ma piene di pietre di gran valore architettonico, diventano cave per rigenerare le milionarie masserie del Salento. Peccato che così si distrugga la storia del barese.

Queste masserie non hanno nulla da invidiare per bellezza a quelle salentine. Inoltre le campagne, discariche a parte, sono ancora bellissime, l'aeroporto di Bari dista meno di 20 chilometri e siamo sulla strada per Matera, che sarà capitale della cultura nel 2019.

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