Una presunta violenza consumata per mesi nel 2010 da un gruppo di nove ragazzi a Bitonto (in provincia di Bari) ai danni di una ragazza di 22 anni all'epoca dei fatti. Alla fine la giovane ha avuto il coraggio di denunciare tutto. La violenza sarebbe avvenuta da aprile a giugno in posti diversi: da una falegnameria, a un casolare a un sottoscala.
Arriva la sentenza dei giudici della prima sezione penale: “Il fatto non è mai esistito e non costituisce reato”.
Secondo quanto riportato da “La Gazzetta del Mezzogiorno” la ragazza sarebbe stata contattata su Facebook da uno degli imputati, il quale le avrebbe detto dell’esistenza di un video compromettente in cui la ragazza aveva un rapporto sessuale con diversi soggetti. Sarebbero quindi iniziate le prime richieste di rapporti sessuali in cambio della distruzione del filmato. Le minacce e le pretese sarebbero proseguite fino al novembre successivo, quando poi la presunta vittima ha deciso di denunciare tutto.
Secondo le dichiarazioni della ragazza, sarebbe stata costretta a sottoporsi a rapporti sessuali anche per la vittoria di una partita di calcio. Fra gli imputati, infatti, c'è anche il direttore sportivo di una squadra di calcio locale e l'ex fidanzato della ragazza. In base a quanto riportato dalla fonte di stampa, l'accusa ha dichiarato che la ragazza è emotivamente fragile e che spesso contattava uno di quei ragazzi, suoi amici, "per avere protezione nei momenti di difficoltà, ignorando che il medesimo fosse il responsabile, in quanto la coinvolgeva in situazioni ambigue".
Dopo due
anni di processo i giudici hanno stabilito che quei fatti denunciati non sussistono o, in alcuni casi, non costituiscono reato.Pertanto la ragazza è stata ritenuta “fragile”. Quando forse cercava solo attenzioni e affetto.
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