Bologna, Università gratis per i richiedenti asilo

Il senato accademico ha deciso di permettere l'iscrizione gratuita a tutti i richiedenti asilo. Non solo quindi quelli che le commissioni hanno dichiarato "rifugiati politici"

Bologna, Università gratis per i richiedenti asilo

L'Università gratis se sei un richiedente asilo. Le nuove norme sull'ISEE hanno mandato su tutte le furie gli studenti (italiani) che si sono trovati spiazzati dal nuovo calcolo che ne eslude moltissimi da borse di studio e sovvenzioni statali. Però il senato accademico dell'Università di Bologna non ha pensato a loro, ma agli immigrati.

Dall'anno prossimo, infatti, potranno diventare studenti della più antica Università italiana tutti i "richiedenti asilo", senza pagare le tasse. Attenzione. Bisogna stare molto attenti alle parole utilizzate. Il Senato, infatti, non ha riservato questo privilegio ai "profughi", ovvero i migrati che una Commissione incaricata dal governo ha già determinato essere effettivamente degni di ottenere protezione internazionale. Ma tutti, indistintamente.

Chiunque mette piede nel territorio bolognese potrà - in linea di principio - fare richiesta d'iscrizione gratuita. Anche i terroristi, per dire. Perché l'accettazione non tiene conto dei parere della Commissione territoriale per la richiesta di asilo politico. Ma la anticipa.

E questo nonostante più di una denuncia pubblica da parte degli addetti ai lavori abbia dimostrato che non tutti i migranti ottengono poi il permesso di soggiorno. La maggioranza di loro incassa un netto diniego e dovrebbe, in teoria, essere espulso in quanto clandestino. Una mediatrice culturale, qualche settimana fa, raccontò proprio a ilGiornale.it come molte delle storie di sofferenza dei migranti sono false e imparate a memoria.

Al Rettore dell'Alma Mater Studiorum, evidentemente, non interessa. "Questa decisione - spiega in una nota Alessandra Scagliarini, prorettore per le relazioni internazionali- accoglie l'invito della Commissione europea a sviluppare forme di integrazione per gli studenti costretti a interrompere il proprio percorso formativo perché perseguitati o in fuga da zone di guerra". Quello che l'Università non spiega è che in realtà le persone cui permette di iscriversi (richiedenti asilo, richiedenti protezione internazione e rifugiati politici) non sono tecnicamente persone "in fuga da guerre". Lo sono potenzialmente, ma finché la Commissione non avrà concesso loro il permesso di soggiorno non possono godere di questo status.

Così non solo rischia di regalare un diritto (e molti fondi) a persone che probabilmente non lo

meritano, ma si discriminano gli italiani. E' come se l'Università e lo Stato concedessero borse di studio per reddito a tutti coloro i quali ne fanno domanda, senza controllare se sono veramente bisognosi.

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