Brindisi, la centrale termoelettrica brucia marijuana

A Cerano brucia la droga sequestrata dalla guardia di finanza

Brindisi, la centrale termoelettrica brucia marijuana

Dove finisce la droga sequestrata? A Brindisi, da ieri, la marijuana finita nelle mani della guardia di finanza viene bruciata nella centrale elettrica di Cerano. A darne notizia è il Nuovo Quotidiano di Puglia. Si tratta della centrale Federico II dell'Enel.

Una procedura di smaltimento a quanto pare innovativa e meno dannosa per l'ambiente. La centrale di Cerano è balzata già agli onori della cronaca per inquinamento ambientale. Nel 2015 "Il fatto quotidiano" pubblicó dei dati che dimostravano l'inquinamento: la centrale causava fino a 44 morti l'anno. Successivamente è stata decarbonizzata e, secondo il nuovo quotidiano di Puglia "è dotata di filtri sulle emissioni che riducono al minimo l’impatto ambientale delle combustioni."

Peccato, però, che la tutela dell’ambiente e della salute dei pugliesi continuano ad essere oggetto di preoccupazione persino a Bruxelles.

La Commissione europea lo scorso anno ha, infatti, aperto una procedura d’infrazione sulla centrale termoelettrica di Cerano per violazione degli articoli 13 e 23 della direttiva 50 del 2008 sulla “qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”.

La decisione è stata presa in seguito alle denunce dell’associazione ecologista Peacelink, l’ultima del 7 marzo 2016 accompagnata da un dettagliato dossier sul peggioramento della situazione.

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