Brindisi, giudice in carcere per giro di mazzette e favori

In tutto gli indagati sono ventuno. Arrestato anche il commercialista del magistrato e ai domiciliari la presidente dell'ordine degli ingegneri di Brindisi

Brindisi, giudice in carcere per giro di mazzette e favori

Finisce in manette un giudice del tribunale di Brindisi. È Gianmarco Galiano di 48 anni originario di Manduria, un Comune in provincia di Taranto, e residente a Oria, in provincia di Brindisi. Si tratta di un giudice civile presso la sezione contenzioso ed era a capo di una associazione a delinquere. Il gip ha disposto anche il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di denaro e beni per 1,2 milioni di euro.

A portare avanti le indagini gli agenti della guardia di finanza che hanno scoperto affidamenti dati da Galiano ad amici professionisti in cambio di regali, come orologi di valore, e buste in denaro contante. In soli tre anni il giudice avrebbe ricevuto circa 400mila euro e questo denaro sarebbe stato investito anche nell'acquisito di una masseria.

L'uomo, come detto, era a capo di un'associazione per delinquere di cui avrebbero fatto parte tredici persone. I reati commessi sono corruzione in atti giudiziari, falsi in atto pubblico, concussioni, abusi in atti d'ufficio, riciclaggio e autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni, in tutto o in parte inesistenti. Il giudice è stato condotto in carcere dai finanzieri in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare ottenuta dalla procura della Repubblica di Potenza. Gli indagati sono in tutto ventuno e tra loro c'è anche la ex suocera del magistrato.

A finire in manette anche un commercialista di Francavilla Fontana, un Comune in provincia di Brindisi, Oreste Pepe Milizia, che secondo gli inquirenti era il "braccio destro del giudice" e l'amministratore di una società di Francavilla Fontana che produce e vende all'ingrosso prodotti alimentari, Massimo Bianco. In merito a quest'ultimo caso, come si legge sul gionale locale "BrindisiOggi", l'azienda di alimentari, la Soavegel, ha dichiarato di avere "piena fiducia nell’estraneità del nostro amministratore". Ai domiciliari è finita anche la presidente dell'ordine degli ingegneri di Brindisi, Annalisa Formosi,e due avvocati. Altri due giudici del tribunale di Brindisi, invece, sono rimasti a piede libero.

L'inchiesta nasce da una perquisizione nello studio di Milizia del 4 luglio 2017 sotto il coordinamento della procura di Brindisi che ha ceduto il testimone a quella di Potenza, per competenza funzionale quando è emerso il nome del magistrato. Dalle indagini è emerso che il commercialista "si prestava a predisporre per conto di Galiano le motivazioni di una serie di sentenze di processi tributari in seno ai quali il magistrato era relatore", come ha scritto nell'ordinanza il giudice per le indagini preliminari.

Le indagini incrociate sono iniziate anche in concomitanza di un altro fatto. Il funzionario di una banca segnalò l'apertura di un conto corrente in favore della suocera del giudice, indagata a piede libero, con una provvista di 150mila euro. Da qui è emerso che dopo alcuni contenziosi civili c'erano degli accrediti. Più nello specifico, in un episodio, sul conto della suocera arrivarono 300mila euro. Il caso giudiziario era il risarcimento di un 1,1 milione per i genitori di una ragazza di 23 anni morta in un incidente stradale. Poi un altro bonifico di 150mila euro che, secondo l'accusa, sarebbero stati estorti dal giudice ai genitori di un bambino nato con traumi permanenti per colpa dei medici. "In tali procedure era nominata l'ex moglie del giudice, l'avvocato Federica Spina, come legale patrocinante", spiega in una nota il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio. "Nel primo caso, il giudice otteneva anche che la moglie fosse nominata erede testamentaria, in cambio della protezione giudiziaria, mentre nel caso del bambino, le somme erano state ottenute con la minaccia di sottrarre la potestà sul figlio nei confronti di genitori che avevano un bimbo disabile" ha aggiunto, ancora, Curcio.

In un altro caso, poi, un imprenditore che aveva procedimenti pendenti dinanzi al tribunale di Brindisi "Aveva concesso somme a Galiano per mezzo della sua azienda sotto forma di sponsorizzazioni fittizie ad associazioni sportive create da Galiano stesso". Le associazioni gestivano sulla carta una barca a vela di Galiano. Ci sono una serie di intercettazionipoi, anche delle chat su "WhatsApp", che avrebbero incastrato il giudice. In una conversazione Massimo Bianco e Oreste Pepe Milizia organizzavano un viaggio a Bari per comprare un orologio del valore di 13mila euro da dare evidentemente al magistrato. Bianco sosteneva di avere la disponibilità di sette-otto bottiglie di vino, ma ne servivano tredici. Si accordano per portare ciascuno una cassa da sette bottiglie.

A Galiano, Bianco avrebbe regalato un orologio da 25mila euro e una busta con 5mila euro, a titolo di omaggio, per l'influenza che il giudice era in grado di esercitare nei processi che lo vedevano coinvolto.

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