Non è più in carcere Piero Antonacci, ex vice questore di Brindisi condannato, in via definitiva, a quindici anni e dieci mesi con l'accusa di omicidio volontario per la morte del contrabbandiere brindisino Vito Ferrarese nel 1995. Gli è stato riconosciuto l’affidamento ai servizi sociali dopo il decreto di grazia parziale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La sparatoria avvenne nel corso di una operazione anticontrabbando nella notta tra il 13 e il 14 luglio. Quell'episodio ha segnato per sempre Antonacci che quattro anni fa si presentò spontanamente al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, prima che fosse emesso il provvedimento di carcerazione.
Il beneficio di scarcerazione è stato concesso dal giudice di sorveglianza per la condotta esemplare dell'ex capo della squadra mobile di Brindisi durante i quattro anni di reclusione. A questo si aggiunge una carriera lodevole e piena di encomi che ha convinto i magistrati a ridare la libertà ad Antonacci. Fino alla fine della pena, cioè il 2021, Antonacci sarà affidato ai servizi sociali di Mesagne, sua città di origine. Presterà servizio presso l’Isbem, l'istituto scientifico biomedico euro mediterraneo che ha sede in un ex convento di frati cappuccini. La condanna è stata ridotta al 2021 perché sono stati decurtati cinque anni e dieci mesi di reclusione con la grazia ricevuta da Mattarella e tre anni sono stati cancellati per indulto.
Secondo quanto si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno, Antonacci negli anni '90 era impegnato in prima linea nella guerra contro la criminalità organizzata. Il contrabbando di sigarette era in mano alla Sacra corona unita e all'ex capo della mobile venne riconosciuta una medaglia al valore per l'impegno dato.
Ma quello che accadde la notte del 14 luglio del '95 non si dimentica. Vito Ferrarese era a bordo di un motoscafo insieme ad un altro uomo. Secondo quanto emerso dalle indagini portate avanti da Leonardo Leone De Castris (oggi procuratore capo a Lecce) sul motoscafo non c'erano armi, ma dall'elicottero dove si trovavano Antonacci e altri partì una raffica di proiettili e furono lanciate bombe a mano.
Dalle indagini emerse che il natante dei due contrabbandieri venne rimorchiato nel porto di Brindisi. Un poliziotto dell’allora sezione catturandi salì a bordo per nascondere una mitraglietta e poter dimostrare che la decisione di aprire il fuoco venne presa perché i criminali erano armati, come si legge sul giornale on line "Brindisi report".
In realtà poco prima di quella notte arrivò una nota dei servizi segreti in cui si annunciava l'arrivo sulle coste di Brindisi di un motoscafo proveniente da Montenegro carico di armi per compiere un attentato a un poliziotto. Per questo la costa brindisina fu controllata da alcune motovedette e dall'elicottero sul quale si trovava Antonacci.
Peccato, però, che venne aperto il fuoco sullo motoscafo sbagliato.
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