Broker suicida a Roma, confiscati beni per 50 milioni di euro

Le indagini partite dalla segnalazione dei clienti della società di intermediazione mobiliare di Paganini che lamentavano un grosso buco finanziario

Il suicidio - avvenuto il 7 settembre - di Giovanni Paganini Marana, broker romano titolare di una società di intermediazione mobiliare, ha fatto partire un'inchiesta che ha portato questa mattina al sequestro di beni di oltre 50 milioni a Roma e in altre città italiane da parte della Guardia di Finanza.

L'inchiesta è stata avviata dopo che alcuni facoltosi clienti di Paganini hanno lamentato un grosso buco finanziario fatto dal broker e da altre persone con le somme da loro investite e mai restituite. Nell’inchiesta - che ha riguardato prevalentemente la società Auditors italiana srl - risultano indagate 7 persone. Sono Paola Taccone Gallucci, Marco Chiarion Casoni, Amerigo Casamonti, Paolo Chiapparelli, Mauro Mazzantini (tutti di Roma), Anna Paola Tiscornia e Maria Immacolata Gambaro (di Genova).

I reati contestati, diversi da indagato a indagato, vanno dall’appropriazione indebita aggravata di somme degli investitori all’infedeltà patrimoniale aggravata, all’ ostacolo dell’esercizio delle funzioni di vigilanza (affidate al ministero dell’Economia per le società di intermediazione mobiliare) e all’abusivo esercizio di attività finanziaria. Nei confronti di due degli
indagati è anche ipotizzato il reato di riciclaggio.

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