Il cardinale Donald Wuerl parlerà con papa Francesco dell'ipotesi di rinunciare. L'arcivescovo di Washington ha già incontrato Bergoglio nei giorni appena trascorsi, ma una lettera inoltrata ai sacerdoti della sua diocesi ha lasciato intendere che la decisione definitiva sul suo futuro debba ancora essere presa.
Perché il porporato ha voluto sottolineare, ancora una volta, l'urgenza di recarsi in Vaticano per affrontare l'eventualità di dimettersi dal suo incarico? Wuerl è l'ecclesiastico succeduto a Theodore McCarrick nell'arcidiocesi della città americana citata. "Zio Ted" è stato 'scardinalato' dal pontefice argentino dopo che alcune accuse riguardanti abusi ai danni di seminaristi sono state ritenute credibili. Il sospetto paventato da alcuni è che Wuerl non potesse non sapere. Negli Stati Uniti, specie negli ambienti tradizionalisti, si è sollevata una vera e propria bufera. Wuerl è stato persino contestato durante una celebrazione tenutasi nella Basilica che presiede.
"Io stesso - ha scritto Carlo Maria Viganò, l'ex nunzio apostolico che è arrivato, attraverso un memoriale di undici pagine, a chiedere le dimissioni del papa - ho sollevato l’argomento con il cardinale Wuerl in diverse occasioni, e certamente non ho avuto bisogno di entrare nei dettagli perché mi è stato subito chiaro che ne era pienamente consapevole". Poi c'è l'inchiesta del Gran Giury della Pennsylvania: il porporato statunitense è stato in qualche modo accusato da alcuni di aver gestito in maniera non opportuna i dossier relativi alla diocesi di Pittsburgh, quella di cui è stato vescovo.
Tutto questo ha fatto sì che il cardinale scrivesse ai 'suoi' preti. La necessità di avere un secondo colloquio con il Santo Padre costituirebbe "un aspetto essenziale perché questa Chiesa arcidiocesana che tutti amiamo possa andare avanti.
‘Intendo - ha scrtto Wuerl nella lettera in questione - , nel prossimo futuro, andare a Roma per incontrare il nostro Santo Padre sulle dimissioni che ho presentato quasi tre anni fa, il 12 novembre 2015". Si tratterebbe, in caso, di una sorta di ratifica ufficiale.Nel frattempo la Santa Sede sta per pubblicare dei "chiarimenti" sul cosiddetto "dossier Viganò".
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