Buonsenso e caparbietà: perché Trump è risorto

La rivincita dell'"uomo cattivo" umiliato con la foto segnaletica. Trump è stato il personaggio più ostracizzato della scena politica globale ma ha ribaltato tutto con un'impresa sia politica che psicologica. Sul Giornale il ritorno di Sangiuliano

Buonsenso e caparbietà: perché Trump è risorto
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L'uomo cattivo ha vinto, il personaggio politico più ostracizzato della scena politica mondiale, accusato di mille nefandezze, è il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America e torna alla Casa Bianca. Solo a Stephen Grover Cleveland, nel lontano 1893, era riuscito di riconquistare la presidenza dopo l'interruzione di un mandato.

Piaccia o meno, la resurrezione politica di Donald J. Trump è un caso che merita di essere studiato. Quando il 6 gennaio del 2021, in diretta televisiva mondiale, si consumava l'assalto al palazzo del Campidoglio, suscitando un moto d'indignazione globale, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul futuro politico di Donald J. Trump. In quei giorni il suo destino sembrava segnato, non solo politicamente, sarà incriminato per aver istigato l'assalto a Capitol Hill e addirittura di cospirazione per aver tentato di sovvertire il risultato elettorale del novembre del 2020 che aveva eletto alla Casa Bianca Joe Biden e come suo vice Kamala Harris.

Sarebbe stato trascinato in altre inchieste giudiziarie, condannato penalmente e addirittura arrestato, con tanto di umiliazione della foto segnaletica. Gli accusatori spunteranno come funghi in varie parti degli States, finanche un ex concorrente del reality show The Apprentice, Summer Zervos.

Trump ha rovesciato tutto questo: le inchieste giudiziarie, i processi, gli attentati, l'odio dei poteri forti, le ipocrisie, le star del cinema, il mainstream, i giornaloni americani e i grandi network pronti ad accusarlo per ogni sospiro. È andato anche contro l'anagrafe, perché è nato nel 1946 e ha un'età in cui ci si ritira. Nel 2016, quando tutti davano per scontata l'elezione di Hillary Clinton, la sua vittoria spiazzò tutti: mass media, sondaggisti, intellettuali e politologi. Ora, ci risiamo e se vogliamo in termini più clamorosi e netti. Quello che colpisce è la forza con cui ha lottato, da vero combattente, contro una corrente che gli era ostile. È sorprendente che non abbia mollato tutto e abbia ripreso a risalire la china.

Nessuno lo aveva notato ma nel 2020 comunque aveva ottenuto oltre 74 milioni di consensi, perdendo per una manciata di voti in alcuni Stati chiave, e nelle settimane successive alla sconfitta aveva raccolto oltre duecento milioni di dollari di contributi, segno che la gente già lo incoraggiava a costruire la rivincita.

In questa vittoria andranno analizzati certamente i tratti psicologici del personaggio, la sua caparbietà, ma soprattutto i fattori politici della rivincita, che era nell'aria ma che il mainstream, privo di onestà intellettuale, non ha voluto vedere, raccontandoci la fake del «testa a testa». C'è un argomento del primo discorso di Trump che merita di essere colto, insieme ad altri, il richiamo all'essere un movimento (Make America Great Again), non un partito in senso tradizionale, con le sue sovrastrutture, ma un movimento, una comunità coesa attorno a ideali e obiettivi, attiva nel perseguirli. Nel consenso di Trump, nella sua sintonia con il suo popolo, quello che Biden ha definito «spazzatura» umana, ci sono diverse componenti. Il conservatorismo, innanzitutto, il riconoscimento degli antichi valori religiosi e morali della nazione americana, il senso della storia e dei fatti, l'eredità di Barry Goldwater e l'eco della grande stagione di Ronald Reagan. Quella ideologia del conservatorismo tratteggiata da Russel Kirk, impregnata di un forte riferimento a Edmund Burke, che esalta il valore dei corpi intermedi della società e il contributo che gli individui lavoratori portano alla nazione.

La rielezione di Trump dimostra, ancora una volta, il solco che divide la narrazione fatta da alcune élite autoreferenziali, quelle che vivono negli attici e nei loft delle ztl americane, e la gente comune, quella che lavora e che soffre se la rata del mutuo lievita e se c'è un'alta inflazione. Queste persone si sono ricordate delle condizioni economiche negli anni di Trump e di quelle che sono seguite con il mandato di Biden. Senza badare alle astrazioni del politicamente corretto.

Nelle scorse settimane si sono susseguiti tanti

annunci sui disastri che sarebbero arrivati con il ritorno di The Donald. Vedremo se arriveranno. Intanto, lui nel primo discorso non ha attaccato avversari, ha rivendicato le proprie idee ma ha fatto appello al buonsenso.

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