E ora Burioni dà una speranza: "La bella stagione potrebbe aiutarci"

Lo scienziato spiega che dobbiamo evitare inutili contatti e rispettare le norme dettate dal governo. Ma con la primavera il virus potrebbe trasmettersi di meno

E ora Burioni dà una speranza: "La bella stagione potrebbe aiutarci"

Finalmente parole positive. Frasi, aggettivi e perfino interrogativi che aprono uno spiraglio sulle sorti dell’Italia infettata dal coronavirus. In un video, Roberto Burioni, spiega perché è importante oggi il massimo impegno da parte di tutti. In attesa di tempi migliori. L’arrivo della bella stagione potrebbe rallentare la diffusione del virus cinese.

Una speranza per i prossimi mesi. Fino ad allora, tuttavia, dobbiamo cercare di ridurre i contatti sociali al minimo. Burioni cerca di dare un po’ di speranza nel giorno del decreto che chiude la Lombardia e altre 14 province dell’Italia settentrionale. "Oggi un video ottimista", esordisce lo scienziato. "Vi spiego perché tenere duro. Tutto finirà se ci comportiamo come richiesto. Possiamo vincere contro questo male dannato".

C’è da sapere che non tutti i virus si trasmettono nello stesso modo al variare della temperatura. Per esempio, il virus dell’influenza si tramette nel nostro emisfero generalmente nei mesi di gennaio, febbraio, marzo. E poi va via. Poi torna l’anno dopo. "Il perché non lo sappiamo con precisione", fa sapere Burioni. "Pensate che il nome influenza deriva da una credenza del passato. Gli antichi pensavano che questa malattia si diffondesse a causa di una disposizione negativa degli astri".

Cosa fanno i coronavirus? "Cosa fanno non lo sappiamo, ma possiamo sperare che con l’arrivare del bel tempo questo virus si trasmetta molto di meno. Questo potrebbe accadere perché il virus passa da una persona all’altra attraverso delle goccioline di saliva. E queste goccioline, con una temperatura maggiore, potrebbero per esempio durare di meno, evaporando". Questo aspetto potrebbe permetterci di battere il male. "Purtroppo, non è detto che sia così. Non possiamo dire con certezza che avverrà. Ma possiamo sperare che questo avvenga".

Se ciò avvenisse avremmo un grande aiuto dalla natura per controllare questa epidemia. "Sarebbe come una pioggia violenta in una foresta che brucia", chiosa lo scienziato. "Il virus potrebbe trasmettersi di meno con l’arrivo del bel tempo". Quindi cosa possiamo fare oggi? "Dobbiamo controllare l’epidemia. Dobbiamo fare sì che all’arrivo del bel tempo ci siano stati meno casi possibili. Il destino è nelle nostre mani, la possibilità di controllare questa malattia deriva in larga parte dai comportamenti individuali che assumiamo". Dobbiamo ridurre, quindi, i contatti personali al minimo.

"Ognuno di noi deve andare al lavoro, deve andare a comprare i generi alimentari per mangiare e sopravvivere. Ma tutto quello che non è indispensabile, dovremmo avere la forza di non farlo più. So che è un sacrificio individuale molto grande, anche per tutte quelle persone che ne saranno danneggiate economicamente.

Però dobbiamo tenere duro perché queste settimane saranno decisive". Se riuscissimo a rallentare l’epidemia, dice Burioni, potremmo chissà arrivare un aiuto insperato proprio dall’arrivo della primavera e dell’estate. A quel punto, poi, ci rifaremo.

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