L’impianto di trasmissione del bus ha ceduto, tranciando il sistema frenante. È la conclusione alla quale è giunto uno dei consulenti della procura di Avellino nell’indagine sull’incidente del 28 luglio 2013 che coinvolse un pullman di pellegrini di Pozzuoli, precipitati dal viadotto autostradale Acqualonga a Monteforte Irpino sulla A16. L’ingegnere Alessandro Lima, che per primo eseguì le verifiche sul bus nel quale morirono 40 persone, è stato ascoltato questa mattina nel corso del processo a carico di 15 persone, il propritario dell’agenzia «Mondo Travel» che noleggiò il bus Gennaro Lametta, due funzionari della Motorizzazione Civile di Napoli, Vittorio Saulino e Antonietta Ceriola, accusati di aver falsificato i documenti di revisione del mezzo, e 12 tra funzinari e dirigenti di Autostrade per l’Italia ritenuti responsabili a vario titolo di una serie di omissioni.
Nella lunga deposizione dell’ingegnere Lima è emerso che il mezzo era gravemente compromesso anche nella struttura portante e che non avrebbe mai potuto superare in quelle condizioni tutte le verifiche previste in una normale procedura della Motorizzazione civile. I bulloni che tenevano ancorato l’impianto di trasmissione, secondo il perito, non erano tutti uguali, non erano specifici e soprattutto non erano adatti. La revisione di quella parte del bus non viene però eseguita regolarmente. Infine sono stati esaminati anche gli pneumatici. Tutti diversi, secondo Lima che, dopo diverse verifiche, ha anche definito l’età delle gomme in almeno 5 anni.
Per rimettere in sesto il pulmann, secondo le stime contenute anche nella corposa perizia consegnata ai magistrati della procura di Avellino, sarebbero stati necessari tra i 15 e i 18mila euro. Il processo riprenderà il 17 febbraio prossimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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