Il cadavere ripescato nel Garda è quello di Federica Giacomini

La pornostar, nota col nome di Ginevra Hollander, era scomparsa da febbraio scorso

Il cadavere ripescato nel Garda è quello di Federica Giacomini

Non ci sono più dubbi: il cadavere ripescato ieri nel lago di Garda è quello di Federica Giacomini, pornostar nota col nome di Ginevra Hollander, scomparsa da febbraio scorso. La conferma è arrivata dalla Questura di Vicenza. Tra gli elementi che ne hanno consentito il riconoscimento anche le sembianze del volto, in particolare lo stato di conservazione di naso, labbra e capelli. "Al di là dell’accertamento di natura biologica dell’approfondimento in ambito genetico, per la conoscenza che ho della persona, salvo che non sia una sosia, per me è più che verosimile che sia Federica Giacomini", ha detto Paolo Mele, avvocato dei genitori della donna. Il ritrovamento del cadavere è avvenuto ieri all’interno di una cassa sul fondo del Lago di Garda.

Intanto, secondo la polizia di Vicenza, chi ha gettato nel lago di Garda l’involucro con il corpo lo ha fatto con l’aiuto inconsapevole di un barcaiolo di Castelletto di Brenzone. Il barcaiolo infatti ha riferito agli investigatori di essere stato contattato tra fine gennaio e inizio febbraio da un uomo che si è spacciato per biologo, il quale ha preso in affitto l’imbarcazione (con relativo conducente) con la scusa di dover effettuare degli esperimenti. La bara di plastica, ha raccontato il barcaiolo, aveva in effetti alcuni congegni (pulsanti e antenne) che potevano far credere che si trattasse di una strumentazione funzionante. Il finto biologo ha chiesto di essere accompagnato in un punto ben preciso del lago, particolarmente profondo. Poi i due hanno gettato in acqua l’involucro. La mobile di Vicenza ha accertato che Franco Mossoni, l’ex compagno della donna sospettato dell’omicidio, era stato visto diverse volte a Castelletto nei giorni della scomparsa di Federica, con camuffamenti vari: una volta con una parrucca, in un’altra occasione con una barba posticcia.

Il sospetto è che il sedile anteriore della Fiat Punto dell’uomo, recuperata più tardi dagli investigatori, sia stato tolto (e sostituito con una sdraio) non tanto per occultare le tracce del delitto quanto per trasportare la bara di plastica.

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