Cairo batte i salotti e si prende il Corriere

Ecco chi sono i vincitori e i vinti della scalata al Corriere della sera

Cairo batte i salotti e si prende il Corriere

Urbano Cairo stravince la battaglia per il controllo della Rizzoli. Ma non è solo una vittoria editoriale la sua, bensì segna una sconfitta storica per il vecchio capitalismo italiano. Guidato da Mediobanca, quel che resta del salotto finanziario e degli ex poteri forti - insieme con Unipol, Pirelli e Della Valle - aveva trovato nel finanziere Andrea Bonomi l'appoggio decisivo per opporsi all'offerta lanciata da Cairo in aprile.

Ma se l'editore di La7 ha messo in campo qualcosa di nuovo, il «gruppo dei cinque», riunito nella Imh, società fondata ad hoc, è fin da subito apparso come un tentativo di conservazione. L'editore milanese ha proposto di scambiare titoli della sua Cairo Communication con quelli Rcs, offrendo ai soci Rizzoli di diventare azionisti della sua società. E di far parte di un progetto e di un modo di operare che il mercato editoriale ha conosciuto in questi anni in cui il presidente del Torino ha salvato la Giorgio Mondadori, ha lanciato una serie di prodotti popolari quanto si vuole, ma di successo, arrivando poi a salvare un'agonizzante La7. Tante le idee buttate là per Rcs: dal rilancio di Oggi, a quello del Giro d'Italia; dai lanci di nuovi periodici in Spagna, a sinergie con il Corriere. Il tutto condito da una divertente e irrituale campagna pubblicitaria.

Dall'altra parte, invece, anche con il passare delle settimane, l'operazione è apparsa sempre più autoreferenziale: un tentativo di tenersi Rcs da parte di soci storici già responsabili della grave crisi in cui versa il gruppo. L'ostruzionismo mostrato poi dal cda della stessa Rcs, nominato da Mediobanca&c, verso Cairo non ha fato che amplificare tale impressione. Sembrava quasi che per l'ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel - che fino a pochi giorni prima stava vendendo i suoi titoli Rcs sul mercato - si trattasse di una questione di puro potere: non permettere a Cairo e a Intesa - concorrente storico di Mediobanca che ha appoggiato ed è finanziatore dell'offerta vincente - di mettere le mani sul sancta sanctorum del Corriere. L'esito di questa storia dimostra che i tempi sono cambiati per sempre. E negli equilibri finanziari, da Telecom a Generali passando per Unicredit, potranno esserci conseguenze.

A decidere è ormai il mercato. Investitori piccoli e grandi hanno punito un progetto che, oltre a essere povero, è stato pure presentato male. Gravi e forse decisivi sono stati poi gli errori finali, come quello di sminuire l'offerta di Cairo, anche con bizzarri calcoli finanziari.

E forse anche tutta la distanza mostrata da Bonomi, rimasto sempre nella sua casa di New York quando la sua storica famiglia stava per riconquistare Milano. Mentre Cairo si è immerso nella trincea di Corso Magenta l'8 aprile e da lì non è più uscito. Fino a ieri sera.

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