Camionisti in strada contro il Green pass: ecco la nuova protesta

Sarebbero 35mila gli autisti senza Green pass pronti a scendere in strada per protestare contro l'estensione del certificato verde

Camionisti in strada contro il Green pass: ecco la nuova protesta

Il movimento dei no Green pass su Telegram continua a crescere a un ritmo che non corrisponde a quello delle presenze nelle piazze. Mentre decine di migliaia si dicono pronti alla protesta dietro lo schermo di uno smartphone, alla fine sono pochi quelli che davvero protestano nelle manifestazioni. L'ultima iniziativa che sta prendendo piede nelle chat dei no Green pass e che, almeno stando alle loro intenzioni, dovrebbe bloccare l'Italia, coinvolge i camionisti.

Sarebbero 35mila quelli pronti a scendere nelle strade con i loro mezzi, tutti senza Green pass e dal 15 ottobre senza stipendio. A loro pare siano pronti ad aggiungersi anche altri lavoratori con le loro auto, per esprimere solidarietà ai camionisti e protestare contro l'estensione del certificato verde. I video dei camionisti pronti alla protesta si trovano su TikTok: è sul social network "giovane" per eccellenza che gli autotrasportatori hanno iniziato a condividere i loro messaggi, mettendoci la faccia per annunciare di essere pronti a manifestare per chiedere di poter lavorare senza Green pass. "Sono uno dei 35mila autisti senza vaccino. La nostra intenzione è fermarci. Mo sono cazzi", dicono quasi all'unisono quelli che si sono esposti sui social.

La paura degli infiltrati e il complottismo dei no Green pass

Su Telegram si è creata una vera e propria rete organizzativa ma, a differenza delle altre manifestazioni, i promotori vogliono maggiore riservatezza per evitare "gli infiltrati". Per questo motivo si invitano gli utenti a organizzare i dettagli della protesta in privato, addirittura uscendo dall'applicazione di messaggistica e utilizzando le ricetrasmittenti sul canale cb27. Alcune donne si sono proposte di stampare i volantini da distribuire all'esterno dei supermercati agli autotrasportatori impegnati nelle consegne e ai fattorini di Amazon e delle compagnie di spedizione che recapitano i pacchi a domicilio. Sono stati creati dei gruppi regionali per fare la conta delle adesioni nelle diverse località e la maggior parte dei gruppi conta dai 200 ai 600 partecipanti.

Abbiamo provato a contattare alcuni degli utenti più attivi per avere da loro qualche informazione in più ma, stavolta, le bocche sembrano davvero cucite. D'altronde, il complottismo in questi gruppi è sempre in agguato e in tanti pensano che dietro le chat di Telegram in cui si programmano le proteste ci siano le forze dell'ordine, che avrebbero creato una sorta di trappola per "schedarli" e avere da loro tutte le informazioni necessarie per bloccare la protesta. Quindi le notizie si diffondono a mezza voce, tra diffidenza e paura di essere scoperti.

"Con tutta sta propaganda saranno ad aspettarci a ogni casello per mandarci via con la forza. Se si fanno i proclami, come si organizzeranno i camionisti, si organizzeranno anche le forze dell'ordine". Ovviamente, non mancano le "gole profonde", che magari hanno avuto notizie confidenziali dal "cuggino del cuggino" e riferiscono le loro scoperte agli altri compagni: "Io sono venuta a sapere che la Lamorgese li fermerà con ogni mezzo. Mai svelare le mosse al proprio nemico".

Proteste dal 27 settembre a oltranza contro l'estensione del Green pass

Al momento pare che tutto avrà inizio da domani, 23 settembre, quando alcuni autotrasportatori avrebbero deciso di bloccare lo stretto di Messina. Una mossa strategica per causare disagi a uno degli snodi principali di collegamento del Paese. Il 27 settembre, poi, dichiarano di voler scendere in strada tutti gli altri camionisti con lo scopo di causare disagi al Paese e spingere la classe dirigente a tornare indietro sulle decisioni in merito al Green pass. Il loro punto di riferimento sono le proteste che si stanno svolgendo in Australia in questi giorni ed è proprio attraverso i video che provengono dall'altra parte del mondo che si incoraggiano a vicenda per perseguire il loro obiettivo.

Le modalità con le quali intendono protestare sono due: il fermo dei mezzi nei depositi delle aziende e un semi-blocco autostradale. Nel primo caso l'obiettivo è quello di non rifornire i supermercati ed è anche per questo motivo che, si legge, hanno deciso di differire la protesta di qualche giorno, in modo da dare ai cittadini "la possibilità di fare scorte". Il semi-blocco autostradale, invece, consiste nel viaggiare lungo le arterie italiane a una velocità di 30 km/h con le quattro frecce, in modo tale da congestionare il traffico. Al momento non è previsto il blocco totale, dicono per evitare il reato di blocco stradale.

Camion e auto per il blocco auto-stradale

A questa protesta sono pronti ad aggiungersi anche i non camionisti, normali lavoratori con le loro auto che si accoderanno ai tir per creare un serpente con lenta andatura. Ecco cosa si legge nei pochi messaggi pubblici: "Noi di Monza e Brianza ci stiamo organizzando in chat per aiutare, scendere in macchina a 30 km/h come loro". Oppure: "Zona Ascoli Piceno, partiamo con fuoristrada 4x4". E ancora: "Rieti, posso partecipare con l'auto", "Auto e moto da Torino. Presente!", "Palermo, auto disponibile", "Vicenza, mercoledì auto privata", "Un autocarro e un'automobile. Erbusco, Brescia. Chi si unisce?", "Trieste, auto", "Pronto: zona Cremona/Parma". E sono numerosi i messaggi di questo tenore da tutte le parti d'Italia.

I promotori parlano di sciopero a oltranza "per minimo una settimana". L'obiettivo è specificato in un manifesto della protesta: "Fermiamo i criminali al potere. Contro il passaporto schiavitù. Contro obblighi vaccinali. Contro la truffa C***d. Contro la dittatura instaurata. Per la libertà". Al fianco dei manifestanti, nei vari gruppi si stanno formando anche i "gruppi di supporto", ossia persone che non scenderanno in strada a protestare ma che si offrono di rifornire i camionisti con viveri e generi di sostentamento per tutta la durata delle rimostranze.

"Sono vicino al casello autostradale Roma sud. Sarò lì a supportare e porterà qualcosa per rifocillarsi. Con me anche mio figlio", scrive uno. E ancora: "Commerciante zona provincia di Alessandria. Sarei contento e disponibile a portare pasti e caffè a chi farà sciopero nelle autostrade o statali adiacenti il mio locale. Attendo, appena vi è possibile, di sapere le zone previste, affinché possa chiedere appoggio ad altri colleghi".

Chi sono i manifestanti

Nei gruppi si trova un po' di tutto. Le manifestazioni vengono definite apartitiche ma scorrendo nei messaggi si possono individuare anche le rivendicazioni "no global 100%" e quelle di "fascia rossa". Nonostante una sorta di "patto di segretezza", qualcuno non esita a condividere informazioni sui gruppi pubblici e così iniziano le prime preoccupazioni, memori di quanto accaduto all'inizio del mese con il fallimentare blocco ferroviario.

Tanti i camionisti ma ci sono anche tante donne nei gruppi, che in molti casi hanno assunto un ruolo organizzativo per smistare le conversazioni e rendere le chat più fruibili, in modo tale da agevolare chi intende trovare supporto le proteste nella sua zona.

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