"Così si depenalizza". È scontro sulla cannabis in casa

La commissione Giustizia della Camera ha approvato il testo che legalizza piccole coltivazioni per uso personale. Innalzate le pene per l'associazione ai fini di spaccio

"Così si depenalizza". È scontro sulla cannabis in casa

Via libera alla cannabis, dopo l'approvazione in commissione Giustizia di Montecitorio del testo base della legge che depenalizza la coltivazione di un esiguo numero di piante. A confermarlo è stato il grillino Mario Perantoni, presidente della commissione e relatore del provvedimento. Hanno votato a favore 5Stelle, Partito democratico, Leu e Radicali, mentre il centrodestra si è opposto, con l'eccezione dell'azzurro Elio Vito che ha votato in dissenso dal proprio gruppo. Italia Viva ha scelto di astenersi, ma in Aula i suoi voti saranno decisivi per l'approvazione.

Il testo deriva dall'unificazione di tre proposte di legge presentate dal 2019 ad oggi (una a firma del radicale Magi, una del capogruppo leghista Molinari e una del grillino Licatini) e consente ai maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di quattro piante femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione della sostanza stupefacente. Oltre ad aprire all'autocoltivazione la legge applica una distinzione tra tipologie di sostanze e innalza le pene per la partecipazione ad associazioni finalizzate allo spaccio, prevedendo attenuanti speciali per chi aiuti Polizia e autorità giudiziarie a identificare o fermare chi ne fa parte. Le pene detentive previste per le condotte più gravi vengono innalzate - ad esempio, chi venderà illegalmente la sostanza rischierà da 3 a 12 anni di carcere, così la pena minima per chi smercerà la sostanza mentre è in possesso di autorizzazione alla vendita e al commercio di sostanze stupefacenti (es. depositari o grossisti di medicinali che commerciano all'ingrosso medicinali a base di sostanze stupefacenti o psicotrope) verrà innalzata da 6 a 8 anni - mentre per quelle più brevi è prevista la depenalizzazione. Inoltre è prevista la possibilità di svolgere lavori di pubblica utilità in alternativa al carcere.

Con l'approvazione sono arrivati i primi commenti dai gruppi che hanno votato a favore. Perantoni ha espresso soddisfazione: "È un risultato importante, ottenuto sulla scia della giurisprudenza della Corte di Cassazione ma anche grazie alla capacità dei gruppi parlamentari di confrontarsi e trovare una sintesi ragionevole su una materia che la società ha già elaborato e codificato nei comportamenti individuali". Secondo il deputato 5Stelle Aldo Penna quella aperta oggi è "una porta che finalmente si spalanca sul cieco proibizionismo, un atto concreto per iniziare a sottrarre alla mafia il mercato dello spaccio, contribuendo allo stesso tempo a non inondare tribunali e penitenziari con accuse e condanne per produzione e possesso di piccole quantità", mentre il dem Marco Furfaro si è affidato a Twitter: "Una norma di civiltà per i malati che ne devono fare uso terapeutico e fondamentale per combattere la criminalità organizzata. Ora avanti in Aula".

Critici invece Fratelli d'Italia, che parla di "maggioranza spaccata" e di "testo che finirà inevitabilmente per favorire il consumo di droga", e Lega, con il senatore Andrea Ostellari che ammonisce: "La soluzione al problema non è la depenalizzazione, le istituzioni devono dare messaggi giusti, senza complicità con una cultura di solitudine e morte".

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