Ieri, la sentenza della Corte di Cassazione ha dato lo stop alla vendita dei "prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis", comprendendo tra questi anche olio, foglie e resina.
I negozi che vendono prodotti derivati dalla cannabis light potrebbero essere chiusi. La dirattiva colpisce i venditori di foglie, inflorescenze, olio e resina ottenuti dalla varietà di canapa Sativa light. Dal divieto di commercializzazione dei prodotti derivati dalla cannabis restano esclusi tutti quelli non elencati: caramelle, biscotti e lecca lecca potranno ancora essere esposti sui banchi dei negozi specializzati. Solo una volta depositate le motivazioni della sentenza, però, verranno chiariti i dettagli, come ricorda il Corriere della Sera.
Ma c'è una differenza tra coltivazione e vendita. Una direttiva europea, infatti, permette la coltivazione della cannabis light, cioè di foglie, olio e resine estratte dalla cannabis Sativa, ma ora non potranno più essere vendute.
Dalla sentenza della Corte di Cassazione rimane esclusa la cannabis terapeutica, la cui vendita non è messa in discussione. Il medicinale, venduto nelle farmacie autorizzate su prescrizione medica, contiene tra il 7 e il 22% di Thc, una sostaza psicoattiva, e viene usato per alleviare dolori legati a malattie o gli effetti della chemioterapia.
La cannabis light, invece deve contenere dallo 0,2 allo 0,6% di Thc.La sentenza di ieri ha ribadito quanto affermato nella legge 242 del 2016, che elencava tassativamente i prodotti derivati dalla coltivazione della canapa che potessero essere commercializzati.
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