Da sinistra ancora negano l'emergenza ma la pressione alla quale sono sottoposte le nostre coste da, ormai, molti mesi, è innegabilmente eccezionale. L'arrivo delle stagioni più fredde, infatti, non sembra fermare il flusso di migranti che sbarcano nel nostro Paese in modo irregolare, imbarcandosi su carrette del mare dal nord Africa con l'obiettivo di arrivare in Italia, dove a portarceli, alla fine, sono le ong. È sempre il nostro Paese ad aprire il suoi porti e lo dimostrano i numeri: 76.394 migranti arrivati da gennaio, come da rilevazione ufficiale del Viminale. Lampedusa è di nuovo, per l'ennesima volta, al collasso e all'interno del suo hotspot ci sono oltre 1.000 persone, più di tre volte la sua capienza. Alta pressione anche su Pantelleria, dove gli sbarchi sono continui.
Il caos di Lampedusa
L'isola siciliana non sembra trovare tregua, in un continuo e ininterrotto flusso di persone che mette a dura prova il sistema di accoglienza lampedusano. Nella notte si sono susseguiti diversi diversi sbarchi, che hanno portato a Lampedusa ulteriori 302 migranti. Il primo gruppo
L'ultimo, in ordine di tempo, è stato un approdo diretto di un peschereccio salpato da Chebba al molo Favaloro. A bordo c'erano 77 fra siriani e tunisini, fra cui 3 donne e un minore. Prima di loro, nelle acque lampedusane erano stati soccorsi 32 immigrati malesi, ivoriani e guineani e 18 tunisini, fra cui una donna. Tutti sono stati portati all'hotspot dove ci sono 1.168 ospiti, oltre il triplo dei 350 posti disponibili. A favorirli il bel tempo e le buone condizioni del mare, ma c'è anche un altro elemento che pare stiaspingendo i migranti, ossia il nuovo governo che avrà politiche ben più stringenti.
Gli sbarchi continui
Solo martedì, sono sbarcati a Pantelleria 102 migranti, che sono stati portati presso la caserma Barone dell'isola, l'unica struttura di accoglienza (non hotspot) di Pantelleria, la cui capienza è nettamente inferiore rispetto al numero di persone ora ospitate. Fortunatamente, poco prima era stato possibile effettuare il trasferimento di 117 stranieri da Pantelleria a Trapani, per la maggior parte tunisini: tutti si sono dichiarati richiedenti protezione Internazionale e pertanto sono stati collocati in apposite strutture sparse sul territorio nazionale. Da inizio anno sono 4.460 gli stranieri sbarcati a Pantelleria rispetto ai 2.555 sbarcati in tutto il 2021.
Anche su questo fronte, le forze dell'ordine sono costantemente sottoposte a un gravoso stress operativo ormai da molti mesi: "Italia Celere insiste nell'effettiva apertura del 'punto crisi' in quanto le innumerevoli richieste di protezione che vengono manifestate a Trapani, successivamente al trasferimento da Pantelleria, dopo una corretta informativa in merito, sono sintomo di una non corretta informazione da parte di chi gestisce in loco gli sbarchi o di una pianificata concertazione tra gli stranieri al fine di evitare eventuali provvedimenti amministrativi". Così, a ilGiornale.it, il segretario provinciale del sindacato Italia Celere di Trapani, Alberto Lieggio. Come sottolinea il sindacalista, il numero e la provenienza di stranieri in arrivo a Pantelleria deve aprire a una riflessione: "L'aumento di stranieri subsahariani che sbarca a Pantelleria é sintomo evidente dell'apertura di nuove tratte, che non possono e non devono essere ignorate dalle locali autorità di P.S. e dal Ministero. Bisogna porre fine alla cattiva consuetudine di correre ai ripari quando il danno è fatto".
Sempre nella giornata di ieri, 10 migranti su un'altra carretta del mare sono stati rintracciati da una motovedetta al largo delle coste ragusane. Gli stranieri, che avevano lanciato una richiesta di soccorso, sono stati recuperati dagli uomini della guardia costiera, che li hanno poi trasferiti nel porto di Pozzallo.
In 293 sulla nave ong: "Sbarco subito"
La Geo Barents di Medici senza frontiere, con 293 migranti a bordo, chiede lo sbarco immediato delle persone salvate. Ovviamente, la ong francese lo chiede all'Italia, come dimostra il fatto che in queste ore si sia posizionata davanti alle coste del nostro Paese, a circa 20 miglia dalle acque territoriali nei pressi di Ragusa.
Il sindaco di Cremona dice basta
Nel weekend, in tre giorni, sono arrivati a Cremona 17 minori non accompagnati. Stando alle prime informazioni raccolte, arriverebbero tutti dalla stessa zona dell'Egitto e sarebbero entrati in Italia via terra, sempre presentandosi spontaneamente alle forze dell'ordine. Una situazione che pone più di qualche interrogativo, considerando che in meno di due mesi ne sono arrivati 63 solo a Cremona, 244 dall'inizio dell'anno.
"Non sappiamo più dove e come accoglierli", lamenta il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, esponente del Pd locale. "È chiaro che esiste una rete criminale che ha individuato in Cremona un punto di arrivo sicuro. Il nostro SAI per minori, il programma finanziato dal Governo che assegna a Cremona 113 posti, è saturo e, siccome la legge rende obbligatorio per il Comune di arrivo accogliere il minore, i ragazzi vengono presi in carico fuori da questo sistema, con molte risorse spese dal Comune", prosegue Galimberti.
Una situazione che rischia di compromettere i conti comunali: "Siamo sempre stati virtuosi, rigorosi e generosi nell'accoglienza dei minori stranieri, ma proprio per questo sento la necessità di dire che non possiamo più andare oltre.
Non farlo vorrebbe dire prestare il fianco alle reti criminali internazionali". Se anche un esponente di sinistra arriva a lamentarsi, significa che la situazione è realmente giunta al limite della sopportazione e non può essere ulteriormente tollerata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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