L'ultima resa dei conti della sinistra contro chi argina gli sbarchi dei migranti

La bocciatura del bilancio dell'agenzia preposta al controllo delle frontiere segna una netta presa di posizione del parlamento europeo contro Frontex

L'ultima resa dei conti della sinistra contro chi argina gli sbarchi dei migranti

Il parlamento europeo ha respinto il bilancio 2020 di Frontex. La scelta è arrivata nelle scorse ore a Strasburgo, dove gli eurodeputati hanno votato una mozione con 345 voti favorevoli e 284 contrari con cui è stato bocciato il documento.

Ma a ben vedere in ballo in questa vicenda non sembrano esserci soltanto i conti dell'agenzia europea preposta al controllo delle frontiere esterne dell'Europa. L'impressione è quella di essere davanti a una nuova puntata del braccio di ferro tra una parte dell'europarlamento, in special modo quella più a sinistra, e la stessa Frontex. Un confronto destinato a durare ancora a lungo.

Un braccio di ferro iniziato nel 2020

Per comprendere il voto odierno degli eurodeputati occorre partire dal 2020. Nel gennaio di quell'anno l'Europa non ha espresso solidarietà ad Ankara per la morte di diversi soldati turchi in Siria. Un elemento valutato come un affronto dal presidente turco Erdogan, il quale per tutta risposta ha aperto le frontiere con la Grecia e ha permesso il transito di migliaia di migranti verso il Vecchio Continente.

Atene, memore di quanto accaduto tra il 2015 e il 2016, quando il flusso che ha alimentato in seguito la cosiddetta rotta balcanica ha messo in difficoltà l'economia ellenica e il sistema di accoglienza, ha deciso di rispondere sigillando sia le frontiere terrestri che marittime. Nei mesi successivi un'inchiesta, curata congiuntamente dal Guardian, dal Der Spiegel e dal blog Bellingcat, ha documentato un coinvolgimento di Frontex nei respingimenti di migranti attuati dalle autorità greche.

Nel mese di dicembre del 2020 il caso è approdato a Strasburgo. I deputati europei del gruppo dei Verdi e di Socialisti e Democratici hanno chiesto la testa di Fabrice Leggeri, in quel momento segretario di Frontex. Si era però ben capito tra le righe che sotto esame non era soltanto l'operato di Leggeri, bensì l'esistenza stessa dell'agenzia.

Dalle dimissioni di Leggeri alla bocciatura del bilancio

La missione di Frontex del resto si è sempre scontrata con l'ideologia e l'impronta politica di alcuni partiti seduti a Strasburgo, i quali vedono con sospetto in alcuni casi il concetto stesso di controllo delle frontiere. Non deve quindi sorprendere se le polemiche sono andate avanti anche dopo le dimissioni di Leggeri, arrivate nell'aprile scorso a seguito delle notizie su un'inchiesta contro Frontex aperta dall'Olaf, l'ufficio europeo antifrode.

Il voto di oggi con cui è stato bocciato il bilancio altro non è che l'ultimo atto dello scontro. Lo si intuisce da una parte del testo della mozione approvata a Strasburgo. “L'agenzia – si legge – non è riuscita a proteggere i diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo e, secondo i media, è stata coinvolta in operazioni di respingimento illegale di almeno 957 rifugiati tra marzo 2020 e settembre 2021. C'è poi sconcerto e profonda preoccupazione per il caso di suicidio di un membro del personale, connesso a presunte pratiche di molestia sessuale e osserva che dei 17 casi di presunte molestie sessuali segnalati nel 2020”.

E che la votazione odierna non ha a che fare solo con il bilancio è possibile notarlo anche da alcuni commenti delle ultime ore."Da troppo tempo l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è di fatto fuori controllo – ha commentato ad esempio l'eurodeputata del Movimento Cinque Stelle, Sabrina Pignedoli – Frontex è l'agenzia con il maggior numero di osservazioni formulate dalla Corte dei Conti europea che critica in particolare l'assenza di controllo interno nella gestione del budget e delle risorse umane”.

Le possibili conseguenze della bocciatura del bilancio

Eppure la linea in Europa fino allo scorso anno sembrava di segno opposto. Soltanto un anno fa, nell'ottobre del 2021, Leggeri aveva presentato un piano volto al potenziamento delle strutture di Frontex e del Corpo Permanente Europeo, un contingente messo a disposizione dell'agenzia per il pattugliamento delle frontiere esterne.

Il voto dell'europarlamento rischia ovviamente di bloccare i piani varati pochi mesi fa. Così come di far aumentare le divisioni all'interno del Vecchio Continente.

Se infatti a Strasburgo è stato sposato un orientamento contrario a Frontex, in Europa ci sono diversi governi che spingono per un potenziamento dell'agenzia. Si tratta di quei Paesi, soprattutto nell'est, che hanno vissuto le conseguenze della rotta balcanica e della rotta bielorussa.

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