Durante la clausura forzata di questi mesi sarà capitato a molti - a me quasi ogni giorno - di avere un incubo a occhi aperti: pensare a quale vita ci toccherebbe se sottomessi per sempre a uno Stato deciso a essere, contemporaneamente, mamma ansiosa, ansiosissima, e padre severo, severissimo. L'abbiamo appena avuto, questo Stato, che ci ha imposto quando uscire, chi vedere, a che distanza ecc. Per il nostro bene, naturalmente.
Il mio, e nostro, incubo proseguiva immaginando come si sarebbe evoluta la vigilanza se le cose fossero peggiorate. Arresto e condanna (carcere?) per chi si avventurasse in strada. Obbligo diuturno della mascherina, anche durante il sonno (concesso toglierla per lavare i denti e mangiare, entrambe le operazioni non più di due volte al giorno). Distanziamento obbligatorio anche in casa e in famiglia, ove possibile ognuno chiuso nella propria stanza (facoltà di passare biglietti sotto la porta, se debitamente igienizzati). Divieto assoluto di rapporti sessuali, anche con il coniuge (consentiti quelli mimati, a almeno 3 m e 50 cm di distanza, purché non sul balcone di casa, pena denuncia per atti osceni in luogo pubblico).
Ecco, appunto, il sesso. Quando è arrivata la notizia che vi sto per sottoporre, stentavamo a crederci, si è dovuto verificare, una, due, tre volte. Invece è vera, in Corea del Nord è stato proibito il sesso fra adolescenti, senza se e senza ma: mica si dice: sotto i 16 anni niente, omosessualità niente, si dice: niente sesso e basta. Genitori e insegnanti rischiano di venire puniti se non controllano figli e studenti. Non si conosce ancora l'elenco delle punizioni, ma saranno certamente gravi perché il sesso fra adolescenti è stato dichiarato addirittura «sovversivo», e si sa cosa significhi «sovversivo», sotto una dittatura, specialmente se è quella di un signore sovrappeso e con la pettinatura verticale che ha ereditato il potere senza altro merito che essere figlio di un altro dittatore.
Gli Stati dittatoriali sono spietati, verso comportamenti privatissimi. Anche senza ricordare ferocie e stragi, basti pensare - da noi - alla «tassa sul celibato» imposta dal regime fascista; o, per andare più lontano nello spazio, ma più vicini nel tempo, alla legge cinese che proibiva di fare più di due figli. Sì, ma cosa c'entra con la scopatina di due diciassettenni nel pieno delle voglie e delle forze dei corpi elastici pieni di ormoni? Si potrebbe pensare che sia per evitare gravidanze premature, invece no. Il provvedimento si è reso necessario perché il sesso tra i giovani non sarebbe un invito della natura, bensì «il risultato della decadente influenza capitalistica». Pare infatti che attraverso il Giappone e la Cina (un Paese non celebre per la sua liberalità) arrivino filmetti pornografici che invogliano all'uso scambievole della carne. Dunque, il comitato centrale del Partito dei lavoratori - che domina la Corea del Nord dalla fine della seconda guerra mondiale - ha intanto ordinato alla sua Organizzazione giovanile di ispezionare le scuole e controllare i cellulari degli studenti, già privati di internet. Occorre «preservare le fondamenta della società nazionale», perbacco. Per preservare le fondamenta della società nazionale è vietata da tempo l'educazione sessuale nelle scuole, se non sotto forma di leggende note alle nostre trisnonne educate dai più asfissianti tra i domenicani: pare che alle adolescenti venga spesso insegnato che basta tenersi per mano con un coetaneo per rimanere incinta.
E qui mi rendo conto che l'ho buttata troppo sul sarcastico.
Il regime nordcoreano ha potuto arrivare a questi eccessi perché i genitori degli adolescenti di oggi ne hanno accettati altri, da giovani, e così i loro genitori. Passo dopo passo, per la salvezza del popolo si arriva al suo annichilimento. Per il suo bene, naturalmente.È una lezione da non dimenticare mai.
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