In un suo post su Facebook il giornalista Toni Capuozzo ha analizzato i due combattenti, Putin e Zelensky, soffermandosi anche sull’ultimo discorso del Presidente russo. Capuozzo è partito sottolineando come i due rivali appartengano a due mondi lontanissimi, praticamente opposti. Da una parte c’é Putin, l’invasore, che usa parole vecchie ed è ancorato in un certo senso al passato, anche con il suo modo di fare e dialogare. Dall’altro c’è invece l’ex comico ucraino, che sa usare le parole, infervorare gli animi e ha un arsenale veloce e portatile.
Cosa c'è nell'ultimo discorso di Putin
Capuozzo non dimentica né i civili di Kiev, né quelli del Donbass, per entrambi c’è commozione ma, pur riconoscendo il diritto ad autodifendersi, non riesce a emozionarsi davanti al sacrificio umano degli ucraini e dei legionari internazionali. E la frase di Orazio, che è dolce e dignitoso morire per la patria, è per lui ormai vecchia e sorpassata, sottolineando che non essere adatti alla guerra non è affatto un’offesa. Il giornalista ha poi analizzato l’ultimo discorso di Putin, in cui viene citata l’esigenza di difendere il Donbass, ma non viene fatto alcun riferimento alla denazificazione o alla neutralità, “come se si preparasse un compromesso, una via d’uscita, un cantar vittoria e portare la croce”. Una sorta di mossa finale per uscire dal conflitto.
A sorprendere Capuozzo è stata una intervista del 2019 rilasciata dal consigliere di Zelensky, Alexey Arestovich, nella quale sembrava aver previsto tutto, anche come sarebbe andata la guerra. Il giornalista la definisce clamorosa perché “sembra che la dirigenza ucraina abbia quasi coscientemente attirato il gatto cattivo Putin, aizzata dal cane da guardia occidentale nella trappola, Tom e Jerry. Qualcuno resterà nella tagliola ? Non lo so, e mi importa solo che duri il meno possibile”.
Cosa preoccupa adesso Capuozzo
A preoccupare Capuozzo è adesso la guerra psicologica, con gli Stati Uniti che lanciano l’allarme dell’arma nucleare che potrebbe essere usata da una Russia che non riesce a sbloccare la situazione. Alcuni vedono l’occasione per sconfiggere lo Zar, ma Capuozzo, da professionista quale è, si chiede cosa potrebbe arrivare dopo, una volta che Putin sarà magari caduto.
Nella sua mente ritornano tutti i disastri occidentali a cui abbiamo assistito tutti, dai Balcani alla Libia, dalla Siria all’Afghanistan, e si chiede “come sia possibile che i miracoli della retorica di guerra abbiano improvvisamente fatto girare il vento e stavolta, immacolato, vincerà il “Bene”, come in un film. Oppure si andrà alla guerra tutti ? E la Cina ? Vien da disertare, lasciare perdere la gloria, e pensare a una pace accettabile per tutti, a un silenzio delle armi, a un riposo che non sia eterno”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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