Carabiniere si suicida con la pistola d'ordinanza in servizio

Un carabiniere di 45 anni si è tolto la vita con la pistola d'ordinanza al'interno degli uffici del Noe di Pescara. Nessuna lettera di addio

Carabiniere si suicida con la pistola d'ordinanza in servizio

Si è sparato un colpo sordo con la pistola d'ordinanza morendo nel giro di pochi, concitatissimi minuti. È la tragedia che ha investito un carabiniere del comando ambientale di Pescara nella mattinata di sabato 11 gennaio mentre era in servizio.

Non avrebbe mai mostrato alcun segno di malessere o sofferenza eppure, la sua vita è terminata con un epilogo decisamente drammatico: il suicidio. Per ragioni ancora sconosciute, il militare di 45 anni, originario del pescarese, ha deciso di farla finita senza lasciare alcuna traccia sulla motivazioni che lo hanno indotto a compiere il terribile gesto. Secondo quanto ricostruito dalla testata d'informazione online Il Pescara, l'uomo è arrivato presso gli uffici del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) in via Venezia 4 attorno alle ore 9. Dopo aver riposto i suoi effetti personali sulla scrivania, si sarebbe diretto subito in bagno dove si è sparato un colpo fatale con l'arma d'ordinanza. Preoccupati dall'assenza prolungata, i colleghi si sono subito precipitati alla toilette per sincerarsi che stesse bene. Ma all'apertura della porta, hanno rinvenuto il carabiniere riverso sul pavimento, presumibilmente già senza vita. Inutile ogni tentativo di rianimazione da parte del personale del 118, il 45enne è morto in una manciata di secondi al cardiopalma.

Non sono state diffuse ancora informazioni sull'identità della vittima. Al momento, è dato sapere solo che fosse divorziato e senza figli. Dalle prime indiscrezioni, inoltre, pare che il militare non abbia mai manifestato insofferenza per la divisa o, più in generale, atteggiamenti sospetti. Ciò spiegherebbe l'assenza di una lettera motivazionale o un biglietto di addio a corollario del suicidio. Tuttavia, saranno solo le indagini e una eventuale autopsia sulla salma a chiarire la dinamica dell'accaduto.

Sulla vicenda si è espressa Francesca Beneduce, Presidente dell'Osservatorio nazionale per i diritti e la salute dei militari delle forze dell'Ordine. "Le motivazioni che hanno spinto il carabiniere 45enne di Pescara al suicidio sono ancora sconosciute – ha confermato Beneduce con una nota stampa –Quel che è certo è il disagio degli uomini e delle donne in divisa.

L'amministrazione non pone nella giusta ottica questa problematica, per ragioni squisitamente risarcitorie. Il datore di lavoro è tenuto a vigilare sulla salute e il benessere psicofisico del lavoratore, soprattutto se questi indossa una uniforme", ha concluso.

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