Una donna sarda di 34 anni non è stata ammessa a ricoprire il ruolo di madrina in un battesimo perché lesbica.
La denuncia arriva dalla diretta interessata, Jessica Vargiolu, che risiede a Carbonia, in Sardegna. La giovane si sfoga sul proprio profilo personale di Facebook, indignata e amareggiata per aver subìto quella che ritiene una vera e propria ingiustizia in piena regola.
Il prete a cui si è rivolta come aspirante madrina di un battezzando ha rifiutato la sua richiesta. Il motivo? La Vargiolu convive da tempo con una donna, con cui è anche si è sposata a Napoli diversi anni fa, secondo il rito cattolico ecumenico. La Chiesa cattolica ecumenica è infatti una chiesa separata, con una propria gerarchia, ed ammette anche i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Tuttavia la Chiesa cattolica di Roma richiede che i candidati a diventare padrini e madrine di battesimo mantengano una condotta di vita esemplarmente rispettosa degli insegnamenti del Vangelo e dei precetti della Chiesa.
"Mi rifiuto di far parte di questo mondo, di questa vita, di far parte di questa categoria chiamata uomini, persone - protesta la donna -Vergogna, l'amore è uno, il Signore è uno. Questa la chiamo discriminazione, la chiamo umiliazione. Non ho parole per definire tutto questo".
Ma oltre
all'amarezza c'è di più. L'aspirante madrina rifiutata perché lesbica promette battaglia e annuncia di volere "prendere provvedimenti". Ha già deciso di rivolgersi un avvocato e a di chiedere un incontro al vescovo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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