Ouellet attacca Viganò: "Montatura politica"

Il cardinale canadese Marc Ouellet risponde a Viganò, che lo aveva tirato in ballo in un secondo momento: "Montatura politica". Nulla di quanto raccontato dall'ex nunzio apostolico corrisponderebbe al vero

Ouellet attacca Viganò: "Montatura politica"

Il cardinale canadese Marc Ouellet, che era stato tirato in ballo da monsignor Carlo Maria Viganò all'interno del secondo testo diffuso, ha definito quella dell'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti una "accusa mostruosa". Nulla di quanto sostenuto sarebbe vero. Papa Francesco non avrebbe mai "coperto" il caso dell'ex cardinal Thepdore McCarrick. Anzi, quella di Viganò corrisponderebbe a una vera e propria "montatura politica".

Il prefetto della Congregazione per i Vescovi ha scritto una missiva aperta. Ma perché Ouellet è stato chiamato in causa? Nel secondo documento pubblicato, quello che si può leggere anche sul blog di Aldo Maria Valli, Viganò aveva scritto: "Prima che io partissi per Washington, lei mi parlò delle sanzioni di Papa Benedetto nei confronti di McCarrick. Lei ha a sua completa disposizione i documenti più importanti che incriminano McCarrick e molti in curia che li hanno coperti. Eminenza, le chiedo caldamente di voler rendere testimonianza alla verità!".

Ouellet, insomma, sarebbe l'ecclesiastico in grado di confermare il quadro raccontato dall'ex membro del Governatorato del Vaticano. Ma la risposta del porporato canadese è di tutt'altro avviso: "La tua attuale posizione - ha scritto Ouellet - mi appare incomprensibile ed estremamente riprovevole, non solo a motivo della confusiione che semina nel popolo di Dio, ma perché le tue accuse pubbliche ledono gravemente la fama dei Successori degli Apostoli". A essere messo in discussione, a ben vedere, potrebbe essere persino l'operato di Giovanni Paolo II, oltre a quello del papa emerito. La vicenda di McCarrick è datata e non interessa solo questi ultimi cinque anni di storia della Chiesa cattolica.

"Immagino - ha continuato Ouellet - l’enorme quantità di informazioni verbali e scritte che egli ha dovuto raccogliere in quell’occasione su molte persone e situazioni. Dubito fortemente che McCarrick l’abbia interessato al punto che tu vorresti far credere, dal momento che era un arcivescovo emerito di 82 anni e da sette anni senza incarico". Poi la stoccata decisiva, quella che potrebbe mettere "fine" a questa diatriba una volta per tutte: "Le istruzioni scritte, preparate per te dalla Congregazione per i Vescovi all’inizio del tuo servizio nel 2011, non dicevano alcunché di McCarrick, salvo ciò che ti dissi a voce della sua situazione di Vescovo emerito che doveva obbedire a certe condizioni e restrizioni a causa delle voci attorno al suo comportamento nel passato". Viganò non avrebbe appuntato sui "comportamenti inappropriati" dell'ex arcivescovo di Washington. E Benedetto XVI, ancora, non avrebbe mai comminato le "sanzioni". Quelle cui Bergoglio, stando alla versione di Viganò non avrebbe dato seguito: "L’ex cardinale, andato in pensione nel maggio 2006, era stato fortemente esortato a non viaggiare e a non comparire in pubblico, al fine di non provocare altre dicerie a suo riguardo. È falso presentare le misure prese nei suoi confronti come “sanzioni” decretate da Papa Benedetto XVI e annullate da Papa Francesco. Dopo il riesame degli archivi, constato che non vi sono documenti a questo riguardo firmati dall’uno o dall’altro Papa, né nota di udienza del mio predecessore, il cardinale Giovanni-Battista Re, che desse mandato dell’obbligo dell’arcivescovo emerito McCarrick al silenzio e alla vita privata, con il rigore di pene canoniche".

Ecco perché. secondo Ouellet, "accusare Papa Francesco di aver coperto con piena cognizione di causa questo presunto predatore sessuale e di essere quindi complice della corruzione che dilaga nella Chiesa, al punto di ritenerlo indegno di continuare la sua riforma come primo pastore della Chiesa, mi risulta incredibile ed inverosimile da tutti i punti di vista. Non arrivo a comprendere come tu abbia potuto lasciarti convincere di questa accusa mostruosa che non sta in piedi".

"Piaccia a Dio - ha concluso il cardinale - che questa ingiustizia sia rapidamente riparata e che Papa Francesco continui ad essere riconosciuto per ciò che è: un pastore insigne, un padre compassionevole e fermo, un carisma profetico per la Chiesa e per il mondo".

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