Caso Arata, il blitz nella notte: arrestati ex funzionario e imprenditore

Il funzionario avrebbe agevolato una pratica cara ad Arata, in cambio di una mazzetta da 500mila euro

Caso Arata, il blitz nella notte: arrestati ex funzionario e imprenditore

Un nuovo blitz della Dia di Trapani ha portato a due nuovi arresti nell'ambito dell'inchiesta sul caso Arata. Si tratta di un ex funzionario della Regione Sicilia, Giacomo Causarano, e dell'imprenditore milanese Antonello Barbieri. L'accusa è, per il primo, di corruzione e per il secondo di intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio e corruzione. Per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Il blitz di questa notte arriva dopo due settimane di "confessioni" da parte dell'imprenditore Vito Nicastri, il re dell'eolico vicino ai clan, che faceva affari con Paolo Arata, l'ex consulente per l'energia del ministro Matteo Salvini, arrestato lo scorso 12 giugno. Con gli arresti di oggi, si aggiunge un altro tassello al filone dell'inchiesta che sta facendo venire a galla un intreccio fra imprenditori e politici, per cui lo scorso aprile era stato indagato il leghista Armando Siri, accusato di corruzione. Le intercettazioni, però, avevano sorpreso anche Arata, mentre parlava di una mazzetta da 30mila euro, destinata al leghista, in cambio di finanziamenti per l'eolico e il biometano.

Poi, il 12 giugno, gli inquirenti hanno arrestato Arata, Nicasti, con i rispettivi figli, accusati di aver organizzato un giro di mazzette e favori, per favorire gli affari dell'eolico. Dopo il blitz, Nicastri aveva deciso di parlare. E sembra che ora, proprio i suoi racconti, abbiano portato all'arresto di altre due persone.

Secondo quanto riporta Repubblica, a Causarano, funzionario della Regione Sicilia, sarebbe stato contestato di aver orientato alcune pratiche, su richiesta di Arata e Nicastri, in cambio di una mazzetta da

500mila euro, 100mila dei quali già versati, mentre il resto era stato promesso dopo la firma per il via libera a due impianti di biometano. Barbieri, invece, è accusato di intestazione fittizia, autoriciclaggio e corruzione.

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