Caso Falcone-Borsellino: ora la Procura di Catania apre inchiesta su Realiti

La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta, al momento senza indagati, sulla trasmissione di Rai Due, dopo gli insulti ai due magistrati uccisi dalla Mafia

Caso Falcone-Borsellino: ora la Procura di Catania apre inchiesta su Realiti

Non ha fatto tanti ascolti, anzi, ma la prima puntata di Realiti ha fatto scalpore. E ora, dopo le tante-tantissime polemiche, indaga pure la magistratura.

Ma facciamo un passo indietro. Avevamo già scrittore del deprecabile caso successo in diretta, quando un ospite dello show condotto da Enrico Lucci ha pronunciato frasi offensive contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due giudici ammazzati da Cosa Nostra.

Un cantante catanese, parlando dei due martiri di mafia, aveva detto: "Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita, le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l'amaro". L'ex iena al comando del programma lo ha ripreso duramente, ma ovviamente la cosa non poteva passare sottotraccia. E infatti è successo un putiferio: la polemica è montata sui social e la Rai è dovuta intervenire con un comunicato, nel quale ha etichettato come "indegne"le parole su Falcone e Borsellino e ha annunciato l'apertura di un'istruttoria interna

Bene, un'indagine l’ha aperta anche la Procura di Catania: titolare del fascicolo è il procuratore aggiunto Carmelo Petralia, che ha delegato le indagini alla Polizia Postale di Catania,

che dovrà acquisire i video della trasmissione. Al centro dell'inchiesta le dichiarazioni di due cantanti neomelodici: Leonardo Zappalà, presente in studio, e Niko Pandetta, nipote del boss ergastolano Salvatore Pillera.

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