Caso Fedez-Codacons: il pm chiede l'archiviazione per "infondatezza". L'associazione ricorre al gip

Il Codacons ha deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione da parte del pm per la causa con Fedez: l'associazione ricorrerà al Gip

Caso Fedez-Codacons: il pm chiede l'archiviazione per "infondatezza". L'associazione ricorre al gip

L'alterco legale tra il Codacons e Federico Lucia, in arte Fedez, sembra destinato a chiudersi con un nulla di fatto. È di queste ore la notizia che è stata chiesta l'archiviazione "per manifesta infondatezza della notizia di reato". Tutto è nato la scorsa primavera, quando l'associazione presieduta da Carlo Rienzi ha esposto querela contro il rapper, dopo aver denunciato presunte irregolarità nelle modalità di raccolta fondi per la realizzazione del reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano. L'associazione dei consumatori aveva minacciato di voler agire per "bloccare tutte le raccolte fondi private" intraprese dai privati durante la prima fase dell'epidemia. Una minaccia alla quale Fedez aveva reagito duramente sui suoi social, criticando l'intento del Codacons. "Diritto di critica", spiega il pm Francesca Gentilini che ha chiesto l'archiviazione, alla quale il Codacons può opporsi.

Il pm ha argomentato la sua richiesta su due livelli. Fatta salva l'inammissibilità per questioni procedurali, ha comunque analizzato il contenuto della querela presentata dal Codacons, che "in modo assai confuso, contorto e per certi aspetti non aderente agli stessi fatti allegati o dedotti", ha ritenuto di aver subito un'offesa da parte di Fedez tramite i suoi profili social, talmente in vista da aver sottoposto l'associazione a una "vera e propria gogna mediatica". Per il pm, quella di Fedez è stata una "giustificabile, pertinente e continente risposta all’iniziativa del Codacons, che era finalizzata a paralizzare" la raccolta fondi. In risposta all'azione legale del Codacons, Fedez aveva denunciato via social un'iniziativa dell'associazione che, secondo lui, ingannava i suoi associati. Critiche "tutt’altro che peregrine", spiega il pm, visto che ci sono state indagini della polizia e che anche un'interrogazione parlamentare.

Se da una parte Fedez festeggia il risultato sui suoi social, con tanto di balletto in favore di telecamera con in mano l'articolo del Corriere della sera che riporta i fatti, lo stesso non si può dire del Codacons. L'associazione questa mattina ha diramato un duro comunicato stampa contro la decisione del pm. La notizia riportata dal quotidiano viene derubricata dall'associazione come "velina degli avvocati di Fedez", uno "scoop “flop” di grave disinformazione". I motivi sono spiegati nella lunga nota dell'associazione. "Il provvedimento della Pm Gentilini fa seguito ad una analoga richiesta di archiviazione da parte della Procura di Milano, su identica querela che risale all’estate scorsa, e finita al centro di un caso giudiziario su cui dovrà ora pronunciarsi il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Il precedente provvedimento con cui il Pm di Milano (Dott. Nicola Rossato) respinse le richieste del Codacons di mandare a giudizio il rapper per diffamazione e istigazione alla violenza (migliaia di follower scrissero post sotto i filmati di Fedez augurando al Codacons morte, torture e Covid!) era stato scritto da una fan di Fedez e Chiara Ferragni", si legge nel comunicato stampa.

Il Codacons prosegue: "Come risulta dagli atti, il provvedimento di archiviazione della querela dell’associazione fu infatti redatto per conto del pubblico ministero da una tirocinante del Tribunale penale di Milano (dottoressa Diandra Mangàno) la quale, attraverso i suoi profili social, risultava essere follower e fan non solo del querelato Fedez, ma anche della consorte signora Chiara Ferragni". I toni della nota sono molto duri. Il Codacons accusa il pm Francesca Gentilini, che "sembra anche pericolosamente autorizzare chiunque a offendere e insultare, ritenendo che l’espressione usata da Fedez 'potete andare a fare in culo' ,'esclude la carica offensiva delle espressioni quali quelle usate dall’indagato' perché 'i soggetti interagiscono in posizione di parità' SIC!".

Nel comunicato si specifica che il Codacons farà ricorso al Gip, "tutto ciò mentre il rapper dovrà comparire il prossimo 1 febbraio dinanzi al Tribunale civile di Roma per rispondere della richiesta di danni nei suoi confronti presentata dal Codacons".

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