Caso Grillo, la telefonata sui video: "Mandameli, solo io non li ho visti"

Quella chiamata intercettata che ha svelato la presenza dei filmati sul cellulare: "Non posso girarteli, poi ti racconto quando vengo..."

Caso Grillo, la telefonata sui video: "Mandameli, solo io non li ho visti"

Adesso è spuntata quella conversazione che ha consentito di accelerare i tempi nell'ambito del caso Ciro Grillo e che ha svelato la presenza dei video nel cellulare, considerato un indizio molto importante per l'accusa. La telefonata risale al 9 agosto 2019 quando Edoardo Capitta, non sapendo di essere intercettato da giorni, è in chiamata con un suo amico non meglio identificato. I due continuano a parlare di alcuni filmati e con il passare dei minuti i carabinieri riescono a delineare molteplici dettagli: quei video riguarderebbero infatti proprio la mattina del 17 luglio 2019 nella villetta a Cala di Volpe, quando i quattro amici genovesi hanno passato diverse ore in compagnia di due ragazze conosciute in discoteca al Billionaire. Una delle due giovani ha denunciato il gruppo di stupro, mentre la comitiva si difende e sostiene che i rapporti sessuali fossero del tutto consenzienti.

La chiamata su quei video

Gli inquirenti non sanno dell'esistenza di spezzoni brevi di video e di alcune fotografie che potrebbero documentare quanto avvenuto quella notte con Ciro Grillo e i suoi tre amici. Poi arriva la telefonata che cambia il passo sulla vicenda e aggiunge ulteriori dettagli di particolare rilievo. Un amico tartassa Capitta di domande, su cosa fosse accaduto con le due ragazze, su chi avesse fatto cosa e in che modo. E poi si parla espressamente di filmini. Questo, come riportato da La Repubblica, lo scambio di battute rispettivamente tra l'amico e Capitta: "Dai mandameli..."; "No, non li mando a nessuno"; "Dai, sono l'unico che non li ha visti!"; "No, non posso. Poi ti racconto quando vengo...".

In pratica la conversazione dice agli investigatori due cose: la prima è relativa appunto alla presenza di filmati che potrebbero provare o meno ciò che Silvia ha raccontato; la seconda riguarda il fatto che quei filmati sono stati già visti da altre persone, magari da amici del gruppetto. Però va fatta una precisazione doverosa: sul Corriere della Sera si legge che quei video non sarebbero mai usciti dal cellulare di Capitta, mai condivisi con altri, probabilmente consapevole dei relativi rischi. Così gli inquirenti 20 giorni dopo, ovvero il 29 agosto, decidono di sequestrare i telefonini ai ragazzi.

Il 23 maggio scadranno i 20 giorni a disposizione delle difese, entro i quali potranno chiedere altri accertamenti o nuovi interrogatori.

Non è da escludere la possibilità che venga proposto un ulteriore accertamento sulle celle telefoniche a cui - tra il 16 e il 17 luglio 2019 - si sono agganciati telefonini dei quattro, di Silvia e dell'amica Roberta. Il che servirebbe per definire meglio spostamenti e orari. Ma se venissero accolte, l'eventuale udienza preliminare potrebbe slittare a dopo l'estate.

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