Bufera sullo scrittore e collaboratore del Giornale Massimiliano Parente. Al centro delle polemiche un post su Facebook (poi cancellato) che recita così: "Il crollo delle chiese però è divertente". E sotto al commento l'immagine di una basilica devastata dal terremoto di oggi. Lo sdegno per quanto scritto dallo scrittore è stato unanime. "Con le chiese crolla anche un pezzo di noi - ha commentato su Twitter il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti - il mio amico Massimiliano Parente è addirittura precipitato negli abissi della stupidità".
Alle 7.41 di stamani la terra ha tremato per diversi secondi: l’epicentro della nuova scossa è stato individuato in Umbria nella zona di Norcia, Castel Sant'Angelo e Preci, ad una profondità di circa 10 chilometri. A stretto giro è arrivato il post di Parente che ha scatenato un putiferio sui social network. L'autore di "Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler" e "L'inumano" ha, infatti, pubblicato l'immagine di una chiesa completamente distrutta dal terremoto e l'ha accompagnata dal commento: "Il crollo delle chiese però è divertente". Da Twitter a Facebook si è subito levato uno sdegno unanime. Molti utenti hanno invitato a boicottare lo scrittore con un mailbombing all'indirizzo della Mondadori che edita i suoi romanzi.
Qualche ora più tardi, mentre infuriavano le proteste sui social network, Parente ha rincarato la dose gettando altra benzina sul fuoco. "Cristiani - ha scritto - non offendete il vostro dio parlando male dei terremoti". Poi ancora: "Anziché mandarmi messaggi di morte prendetevi i profughi in casa". E infine: "Chiedo scusa a tutti i cristiani che se la sono presa con me e non con Dio che nella Bibbia manda catastrofi molto peggiori".
Quindi, ha cancellato il primo post che ha fatto scatenare le polemiche. "Con le chiese crolla anche un pezzo di noi - ha commentato Sallusti su Twitter - il mio amico Massimiliano Parente è addirittura precipitato negli abissi della stupidità".Con le chiese crolla anche un pezzo di noi, il mio amico Massimiliano Parente è addirittura precipitato negli abissi della stupidità
— alessandro sallusti (@alesallusti) 30 ottobre 2016
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