"Finché sarò ministro della Difesa, il signor Ciontoli non sarà reintegrato nelle forze armate". Elisabetta Trenta è categorica nel commentare il caso di Marco Vannini, il 20enne ucciso nel 2015 dal sottufficiale di Marina Antonio Ciontoli in circostanze mai chiarite, forse a causa di un colpo partito per errore. Ciontoli è il padre dell'allora fidanzata di Vannini, e il ragazzo era morto proprio nell'abitazione di famiglia della ragazza.
Nei giorni scorsi la pena di Ciontoli è stata ridotta da 14 a cinque anni perché i giudici della corte d'appello hanno derubricato il reato da omicidio volontario a omicidio colposo.
"Non posso entrare nei meriti della sentenza giudiziaria", commenta il ministro Trenta, che poi afferma l'impegno a negare il reintegro a Ciontoli e comunica di aver già dato disposizioni "alle competenti articolazioni della Difesa".
Sempre nei giorni scorsi avevano fatto scalpore le parole del magistrato che leggeva la sentenza di riduzione della pena a Ciontoli: il giudice di Roma aveva minacciato i parenti di Vannini, infuriati per lo sconto di pena, di avviare una procedura per il reato di interruzione di pubblico servizio.
"Volete fare un giro a Perugia?", aveva commentato ironico il magistrato, con riferimento al fatto che Perugia è il distretto dove vengono inviate le pratiche relative a eventuali reati contro i giudici della Corte d’Appello di Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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