Di Cataldo, inchiesta riviata: "Nessun procurato aborto"

La ex pubblicò su Facebook alcune foto del suo volto tumefatto, accusando il cantante di averla picchiata procurandole un aborto

Di Cataldo, inchiesta riviata: "Nessun procurato aborto"

Nessun procurato aborto. Massimo Di Cataldo tira un sospiro di sollievo e prova a dimenticare quello che per oltre un anno è stato un brutto incubo, fatto di accuse, polemiche e sconforto. Il gip del tribunale di Roma, Elvira Tamburelli, ha deciso di accogliere la richiesta del pm titolare dell’inchiesta, Eugenio Albamonte, ed archiviare l’accusa di "procurato aborto" nei confronti del cantautore romano, finito nella bufera nell’estate del 2013 dopo le pesanti accuse della sua ex compagna, Anna Laura Millacci.

La donna pubblicò su Facebook alcune foto del suo volto tumefatto, accusando il cantante di averla picchiata procurandole un aborto. Le immagini, piuttosto forti, fecero il giro della rete trascinando il cantante sotto i riflettori dell’inevitabile gogna mediatica. In molti si schierarono accanto alla sua ex compagna, mentre altri, invece, sostennero la tesi del fotomontaggio difendendo Di Cataldo. Quelle foto finirono poi sulla scrivania dei magistrati a piazzale Clodio, che aprirono un’inchiesta nonostante la donna, una visual artist, non avesse mai presentato ufficiale denuncia nei confronti del suo ex compagno. Il pm ordinò immediatamente una perizia medica per accertare le accuse sostenute dalla donna. Il cantante si difese più volte sostenendo di non aver mai picchiato la compagna e di essere all’oscuro della gravidanza. "È vero, una lite c’è stata - disse - ma io non l’ho mai picchiata".

A gennaio arrivarono i risultati della perizia, che scagionarono Di Cataldo e portarono la procura a richiedere l’archiviazione, sia per l’accusa di procurato aborto che per quella di maltrattamenti, sulla quale è attesa a breve una decisione del giudice. "Sono molto sollevato - è il commento del cantautore 46enne -, ma non dimentico che si tratta comunque di una vita interrotta e ricordarlo mi fa ancora male. Per quanto riguarda il resto continuo ad essere fiducioso in quanto la mia coscienza è pulita". "Questo provvedimento è la prova che il mio assistito, il quale ha sempre proclamato la propria innocenza, ha detto la verità - gli fa eco il suo avvocato, Daniele Bocciolini - in questo Paese deve finire una volta per tutte l’insana abitudine di sbattere 'il mostro' in prima pagina, senza un minimo di riscontro.

Mi auguro si possa superare il 'pregiudizio' che nell’ambiente dello spettacolo ancora grava su di lui e che possa tornare a cantare di amore, magari proprio sul palco dove ha esordito vent’anni fa, ovvero a Sanremo".

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