Che cosa sono e perché si utilizzano le bombe a grappolo

Le bombe a grappolo sono presenti negli arsenali di 50 Paesi e vengono utilizzate per colpire concentramenti di truppe, mezzi e su obiettivi non induriti

Che cosa sono e perché si utilizzano le bombe a grappolo

In inglese ci chiamano cluster bombs, bombe a grappolo (o Cbu). Si tratta di ordigni che vengono generalmente sganciati dai cacciabombardieri ma non solo: il munizionamento “a grappolo”, infatti, viene utilizzato anche per proiettili di artiglieria e razzi.

La particolarità di questi ordigni è che si frammentano in piccole bombe o granate. Alcune munizioni a grappolo disperdono solo due bombe mentre altre possono spargere fino a centinaia di submunizioni su una vasta area. Queste armi sono progettate per l'uso contro formazioni ammassate di truppe, veicoli non blindati ma non solo, velivoli parcheggiati (siano essi aerei o elicotteri) e altri bersagli estesi non induriti, ovvero non “corazzati”, come aeroporti e altre infrastrutture.

Le munizioni a grappolo, tuttavia, a volte non esplodono all'impatto e possono uccidere o mutilare i civili che in seguito entrano in contatto con esse. Queste munizioni inesplose possono rimanere pericolose per decenni. Secondo Cluster Munition Monitor 2017, almeno 21200 vittime di munizioni a grappolo sono state confermate a livello globale dagli anni '90. I totali stimati, tuttavia, sono considerati molto più alti.

Le munizioni a grappolo sono state utilizzate durante i conflitti armati in 40 Paesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dal Sudest Asiatico, all'Europa Sudorientale, passando per il Caucaso, il Medio Oriente e l'Africa. Cbu sono state usate durante il conflitto nelle Isole Falkland, sganciate dagli Harrier britannici per distruggere le infrastrutture aeroportuali, i velivoli, e i concentramenti di truppe argentine, e anche in Afghanistan dai sovietici.

Le munizioni a grappolo sono comparse per la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale e da allora più di 50 Paesi le hanno introdotte nei loro arsenali. Per i pericoli derivanti dagli ordigni inesplosi, negli ultimi anni si sono visti sforzi per regolamentarne o vietarne l'uso. Attualmente i Paesi che hanno il maggior numero di bombe a grappolo sono Stati Uniti e Russia.

Gli Usa, in particolare, avvalendosi del fatto che la Ccw (la Convention on Certain Conventional Munitions) non proibisce l'utilizzo di queste armi, hanno continuato a produrle, esportarle e impiegarle. Nel giugno 2008, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aveva rilasciato una direttiva che richiedeva che qualsiasi uso statunitense di munizioni a grappolo effettuato in un arco temporale che andava sino al 2018, si limitasse a quelle con un tasso di ordigni inesplosi dell'1% o di poco superiore, con la volontà di non usare più, a partire da quell'anno, il munizionamento a grappolo che avesse un tasso maggiore della percentuale già indicata. Tuttavia, in un memorandum del Dipartimento della Difesa diffuso il 30 novembre 2017, l'amministrazione Trump ha eliminato quella direttiva, ma ha mantenuto il requisito dell'autorizzazione del comandante sul campo per l'utilizzo delle cluster bomb. Gli Stati Uniti sono uno dei maggiori produttori ed esportatori di bombe a grappolo: nel 2011 hanno riferito di possederne più di 6 milioni.

Il Cluster Munitions Policy Memo del 19 giugno 2008 stabiliva, oltre al divieto di usare bombe a grappolo con una percentuale di ordigni inesplosi maggiore dell'1%, che ci dovesse essere un dispositivo di autodistruzione (Self Destruct Fuze – SDF) che permettesse agli ordigni che non esplodono all'impatto di distruggersi dopo un certo lasso di tempo, ma alle prove si è notato che comunque le submunizioni che restavano inesplose rimanevano intorno al 3,7%.

Esistono diversi tipi di bombe a grappolo: quelle russe, aviolanciate, sono la RBK-500, la RBK-500U, quest'ultima con guida satellitare, nonché laSPBE RBK-500D single cluster bomb che ha 15 submunizioni anticarro guidate dotate di coordinatori a infrarossi dual-mode.

La SPBE RBK-500D è progettata per distruggere carri armati moderni e altri veicoli corazzati e si crede possa ingaggiare sino a sei tank se ragionevolmente vicini gli uni agli altri. Le submunizioni SPBE-D sono l'ulteriore sviluppo della munizione SPBE utilizzata anche nei sistemi di missili a lancio multiplo (Mlrs) "Smerch" e nella bomba a grappolo RBK-500 SPBE.

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