Chemio killer, processo da rifare per la morte di Valeria Lembo

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della corte d'appello di Palermo riguardante l'omicidio colposo e i falsi collegati alla morte di Valeria Lembo, la giovane mamma di 34 anni uccisa, nel dicembre 2011, da una dose eccessiva di un farmaco chemioterapico

Chemio killer, processo da rifare per la morte di Valeria Lembo

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della corte d'appello di Palermo riguardante l'omicidio colposo e i falsi collegati alla morte di Valeria Lembo. La ragazza, che al tempo dei fatti, nel dicembre 2011, aveva 34 anni, morì per una dose eccessiva di un farmaco chemioterapico. Nella ricostruzione fatta dagli inquirenti si evince come le furono somministrate per errore 90 unità - anzichè 9 - di vinblastina. Gli effetti furono quasi immediati e la giovane mamma morì dopo una decina di giorni dopo atroci sofferenze. Gli annullamenti sono con rinvio: si dovrà dunque celebrare un nuovo processo per Sergio Palmeri, primario della Oncologia del Policlinico di Palermo, e per l'infermiera Clotilde Guarnaccia (che aveva avuto 2 anni e 10 mesi). Per il primo, che era stato condannato a 4 anni e 6 mesi, la difesa aveva sostenuto la tesi della mancanza di nesso diretto fra i notevoli problemi riscontrati nel reparto e il decesso della donna; c'era però anche un problema formale, collegato al difetto di notifica dell'inizio del processo di secondo grado. Annullamento con rinvio pure per l'oncologa Laura Di Noto, condannata a 4 anni e 4 mesi, e per lo specializzando Alberto Bongiovanni (4 anni e 8 mesi anche per falso): per loro però, la colpevolezza è stata confermata e nel nuovo giudizio di appello dovrà solo essere rideterminata la pena, eccessiva secondo la Cassazione. Nulla toglie però che la Corte palermitana la riconfermi: in questo caso occorrerà motivare meglio la decisione. I familiari si erano costituiti parte civile, in un dibattimento in cui si è affrontata una serie incredibile di errori che costarono la vita a una donna che aveva un bambino allora di appena un anno e mezzo.

Errori talmente gravi che gli imputati avrebbero cercato di coprirsi, per poi accusarsi a vicenda. Resta il dolore della famiglia Lembo che adesso chiede che la giustizia ricostruisca l'esatta dinamica dei fatti per individuare il colpevole evitando la prescrizione.

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