Chiama il papà sparito da ore, risponde l'obitorio: "È qui, ma è morto"

L'ingegner Armando Ravagni è morto in piazza Fiera, a Trento. I familiari hanno saputo del decesso solo quando hanno provato a rintracciare l'anziano al telefono ma era già stato portato nella camera funeraria del cimitero

Chiama il papà sparito da ore, risponde l'obitorio: "È qui, ma è morto"

"Pronto papà, sei tu?". E lo sconosciuto all'altro capo della cornetta: "No, suo padre è qui in camera mortuaria lo hanno portato poco fa". Una storia incredibile, a tratti paradossale, quella che ha travolto la famiglia dell'ingegner Armando Ravagni, morto in piazza Fiera, a Trento, dopo essere uscito di casa per una passeggiata. Il figlio e la moglie dell'anziano hanno appreso la notizia del decesso solo quando un operatore dell'obitorio ha risposto al cellulare della vittima. "Nessuno ci ha avvisato dell’accaduto — spiegano i familiari al Corriere.it Non è possibile. Mio padre aveva addosso telefonino e documenti. Possibile che non ci sia stata dico una persona che abbia pensato di avvisare la sua famiglia? Su questa vicenda non staremo fermi. Vogliamo capire".

Il caso choc

Una vicenda che a raccontarla quasi non ci si crede. Eppure, è tutto drammaticamente vero. Accade un venerdì mattina, circa 10 giorni fa. L'ingegner Armando Ravagni esce di casa, attorno alle ore 8, per fare quattro passi. Davanti alle scuole Crispi si accascia sull'asfalto e muore. Poi, cosa sia successo nei minuti e nelle ore successive nessuno lo sa. Certo è che i familiari, non vedendolo rincasare, hanno provato a contattarlo al cellulare. Una, due, tre chiamate: solo squilli a vuoto. Finchè, verso mezzoggiorno, un operatore della camera funeraria del cimitero di Trento ha estratto il telefonino dalla tasca dei pantaloni della vittima ed ha risposto: "Suo padre è morto, è all'obitorio". Una doccia fredda per Rodolfo Ravagni, il figlio dell'anziano, che era all'oscuro di tutto.

L'esposto dei familiari

Cosa è successo all'ingegnere? Quali sono state le cause del decesso? Chi ne ha dichiarato la morte? Perché non sono stati avvisati i familiari? A distanza di quasi due settimane dall'accaduto, non ci sono ancora risposte. "Se non ci avesse avvisato l’operatore del servizio funerario, che ringrazio, avremmo fatto denuncia di scomparsa — spiega il figlio Rudi —. Una cosa incredibile, a maggior ragione in Trentino". La famiglia Ravagni ha deciso di presentare un esposto in Procura. "Abbiamo subito presentato un esposto con istanza di accertamenti urgenti. — spiega l'avvocato Lorenzo Eccher, il legale della famiglia —La segnalazione alla Procura (il caso è sul tavolo della pm Alessandra Liverani) serve proprio per ricostruire i fatti. Oggi abbiamo pochissimo in mano". Nell’istanza si chiede che vengano disposti l’autopsia e gli accertamenti sulle telecamere presenti in piazza Fiera "al fine di poter comprendere le cause, la dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità al momento del tutto oscure". Inoltre "con il presente esposto — conclude l’avvocato leggendo l'atto ufficiale — si intende formulare denuncia-querela, sempre in relazione ai fatti, nell’ipotesi in cui dagli accertamenti svolti da parte delle autorità competenti dovessero emergere reati per i quali la legge richiede la procedibilità a querela di parte".

Il dolore

Una tragedia immensa di cui, ad oggi, non è stata chiarita la dinamica. Il figlio dell'ingegnere ha provato a cercare risposte ricevendo in cambio "un imbarazzante palleggiamento di responsabilità".

"Quel poco che sappiamo — dice Rodolfo Ravagni — lo abbiamo appreso attraverso la conoscenza personale. Che fine ha fatto la dignità che si deve dare a una persona morta?". Nessun processo, promette la famiglia Ravagni "solo la verità, perché ciò non debba più accadere".

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