È il venerdì di Greta e di tutti gli studenti "gretini" del mondo. La manifestazione "Fridays for Future" è globale: un'onda verde che segue pedissequamente i dettami di Greta Thunberg, ignorando però i cinquecento scienziati che hanno firmato una lettera contro l'allarmismo climatico, cercando di far capire che non è in corso nessuna emergenza inesorabile, né crisi irrimediabile. E che quanto sostenuto dalla 16enne paladina dell'ambientalismo, ovvero la teoria del riscaldamento globale antropico – cioè causato dall’uomo – non è in verità basato su alcuna verità scientifica.
Il documento dei 500 studiosi, intitolato "Ruropean Declaration: There is No Climate Emergency" è stato però censurato, oltre che bollato dai media mainstream come "negazionista", per il semplice fatto di dire che i cambiamenti climatici non dipendono (tutti) dall'uomo e che l'anidride carbonica è positiva per la fotosintesi e la biomassa vegetale.
Gli studenti italiani hanno colto la palla al balzo per saltare la scuola e allungarsi il fine settimane e infatti da Milano (GUARDA LA GALLERY) a Napoli, passando per Torino, Genova, Bologna Roma (GUARDA LA GALLERY) – giusto per citare le piazze più grosse d'Italia – gli alunni hanno partecipato ai cortei partiti attorno alle diecidi questa mattina.
Uno degli organizzatori delle sfilate "green", Gianfranco Mascia, parla di oltre un milione di giovani per le strade: "Considerando che a Roma ora sono circa 200mila, a Milano anche, la stima del numero totale in Italia è di oltre un milione di persone". "Ci avete rotto il clima", "Ci avete rotto i polmoni", alcuni degli slogan dei ragazzi in sciopero. Mentre a Bologna si intona persino "Bella ciao", che col clima e con l'ambiente non c’entra proprio nulla, ma va sempre di moda nella città "rossa". A Milano, invece, in testa al corteo studentesco, ha fatto capolino persino il sindaco Giuseppe Sala.
Rimane da chiedersi se le centinaia di migliaia di giovani che quest'oggi non sono andati a scuola sappiano almeno per cosa agitino cartelli, urlino frasi eco-friendly o si dipingano la faccia di verde.
E rimane da chiedersi anche se sappiano cosa sostengono quei 500 scienziati, perché la sensazione è che non lo sappiano proprio e che diano ascolto solo alla 16enne svedese, che scienziata non è. La sensazione, insomma, è che molti di loro siano lì solo per non sedersi al proprio banco.
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