Il coronavirus ha fermato la cultura in Italia. I musei, le gallerie d'arte, le esposizioni e qualunque rappresentazione artistica del Paese è immobile. Giuseppe Conte ha bloccato tutto con il Dpcm del 3 novembre, impedendo di fatto qualunque forma culturale aperta al pubblico per contrastare la diffusione eccessiva dei contagi. La decisione è stata contestata fin da subito da Vittorio Sgarbi, al quale si è unito anche il Codacons. Il critico d'arte e l'associazione in difesa dei consumatori in queste ore hanno depositato l'atto di appello al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio dello scorso 3 dicembre, con il quale il tribunale si è espresso negativativamente sulla sospensione cautelare della parte citata del Dpcm. Vittorio Sgarbi è il primo firmatario.
Il Codacons ha sottolineato che le misure "appaiono assolutamente abnormi e sproporzionate. La fruizione dei musei e di tutti i luoghi di cultura, regolamentata, rappresenta, specie nel periodo emergenziale che ci occupa, un benessere salutare individuale e collettivo". E poi ha aggiunto: "Va sottolineata la particolare importanza del ruolo dei musei, specie dinanzi alle fragilità provocate dalla pandemia, dal momento che essi come tutti i luoghi di cultura possono offrire spazio alla resilienza, dunque, alla capacità di fronteggiare le avversità, trovando nuovi slanci, nuove ispirazioni, nuove energie fisiche, mentali e spirituali. I musei sono ospedali della mente. La chiusura di un museo è come la chiusura di un qualunque ospedale".
Il Codacons, inoltre, ha spiegato quella che dal loro punto di vista appare come una contraddizione incomprensibile: "Mentre i musei rimangono irragionevolmente chiusi, pur essendo luoghi vuoti in cui entrano un limitato di persone e in cui possono essere ben rispettate tutte le precauzioni necessarie, restano aperte mega librerie e hanno riaperto anche i mercati all'aperto. Il che è davvero assurdo".
L'obiettivo dell'atto di appello è quello di sospendere la parte del Dpcm che impedisce la fruizione dei musei e di qualunque luogo d'arte e di cultura aperto al pubblico.
Per il Codacons, la misura cautelare "non trova fondamento e giustificazioni, anche alla luce delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, stante il contingentamento degli ingressi, determinando così una grave violazione di principi fondamentali del nostro ordinamento". Si ritiene, inoltre, impossibile attendere la discussione della camera di consiglio il prossimo 13 gennaio, pertanto la richiesta formale è "di disporre le misure cautelari provvisorie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.