Codoro: "Molestie e minacce, ecco perché ho puntato la pistola"

Massimiliano Codoro racconta le molestie a compagna e figlia e l'aggressione subita da parte di uno straniero che lo ha minacciato col coltello

Codoro: "Molestie e minacce, ecco perché ho puntato la pistola"

Le molestie alla figlia, poi le minacce con il coltello. Massimiliano Codoro racconta l'aggressione subita ieri pomeriggio in stazione Centrale dalla sua famiglia da parte di uno straniero, poi arrestato.

Il militante leghista - candidato alla Camera nelle scorse elezioni - era andato a prendere la compagna e la figlia 12enne, ma ha trovato la donna scossa e la bimba in lacrime. Le due erano state molestate da un immigrato, che aveva spintonato la bimba e palpeggiato il seno alla mamma. Solo l'intervento dei passanti aveva permesso alle due di liberarsi di lui.

A sentire questo racconto, Codoro avrebbe deciso di affrontare il molestatore. "Lui inizia a deridermi e mette la mano in tasca estraendo un coltello", racconta, "Continua a mostrarmelo e mima con i gesti che mi avrebbe tagliato la gola". È in questo momento che il leghista "preoccupato per l'incollumità fisica" arretra ed estrae dalla fondina una pistola regolarmente detenuta. L'arma ha spaventato l'aggressore, che ha lanciato il coltello a un amico ed è scappato.

Così l'imprenditore ha potuto rimettere la pistola al suo posto e ha aiutato due guardie giurate - che avevano assistito alla scena - a fermare lo straniero, poi arrestato dalla polizia. "Continuava a mimare il gesto del taglio della gola e urlava Allah boom boom", spiega Codoro, "La sera precedente era già stato denunciato per molestie".

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