In coma dopo una rissa: muore tassista a Firenze

Dopo una violenta discussione con due giovani clienti, Gino Ghirelli entrò in coma. A due anni di distanza il decesso

In coma dopo una rissa: muore tassista a Firenze

Dopo due anni e mezzo di coma, è morto il tassista Gino Ghirelli. L'uomo era stato colpito alla testa durante un litigio con due giovani clienti a Firenze nella notte tra il 12 e 13 luglio 2017.

Una volta giunti a destinazione in piazza Beccaria, tra il tassista e i due clienti era scoppiata una rissa con tanto di pugni e calci. L'uomo, caduto a terra, si era poi alzato e rimesso alla guida del suo taxi. Da lì, erano passate da poco le 2 di notte, aveva contattato la centrale raccontando di essere stato aggredito. Poi era tornato a casa dove, qualche ora dopo, aveva iniziato a sentirsi male. Portato in pronto soccorso, le sue condizioni erano parse subito molto gravi: poco dopo, il coma. Ora, a distanza di più di due anni, la morte.

Per quanto accaduto, il 9 novembre 2018, i due giovani clienti sono stati processati. E assolti. Secondo il giudice i due 22enne avrebbero agito per legittima difesa e sarebbe stato il tassista 67enne a iniziare la forte discussione. "Me lo hanno ucciso una seconda volta", si era sfogata la figlia della vittima dopo la sentenza. Secondo la donna, a far scoppiare la rissa sarebbe stata una tentata rapina da parte dei giovani. Lo stesso Ghirelli avrebbe spiegato quanto accaduto nella telefonata dal taxi dopo l'aggressione: "Hanno provato a portarmi via il portafogli. Avvisate gli altri di stare attenti". I due giovani, nonostante alcune imprecisioni nelle loro testimonianze, sono stati infine assolti.

E così, alla rabbia della famiglia per una "giustizia è ingiusta", ora si aggiunge anche il dolore per il decesso dell'uomo. "Ho il cuore in frantumi perché io lo so bene quello che ho perso", ha scritto la figlia in un dolce post sui social.

Su Facebook lo ha ricordato anche il presidente nazionale di Uritaxi, Claudio Giudici. "Gino è stato vittima di una cultura bullista che non ha rispetto di chi lavora - si legge nel lungo post -. Ci sono culture oggi, anche più arretrate della nostra, che hanno profondo rispetto per anziani, bambini e chi si trova sul lavoro. La tragica scomparsa di Gino è un monito al nostro tempo, alla nostra società, a ritrovare civiltà, sensibilità e delicatezza per tutto ciò.

Un monito rivolto all'uomo della strada e a chi è guida, legislatore e giudice delle comunità. Noi lavoreremo per fare giustizia per questa sua violenta scomparsa. Ciao Gino e, seppur nella tristezza del momento, Buon Natale a te ed alla tua famiglia".

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