"Combatto per Kiev". L'ex vicepresidente di Gazprombank lascia Mosca

Il top manager della banca russa ha lasciato il Paese di Putin per unirsi alle forze di Kiev. "Non potevo rimanere a guardare". Le accuse allo Zar e i sospetti sulla morte di un ex collega: "Poteva parlare..."

"Combatto per Kiev". L'ex vicepresidente di Gazprombank lascia Mosca

Addio a Mosca, ai rubli e agli affari dello Zar. Igor Volobuev, l'ormai ex vice-presidente di Gazprombank, ha lasciato la Russia per indossare l'elmetto e unirsi alle forze di difesa territoriale ucraine. Una decisione clamorosa ma non inedita, visto che il top manager 50enne non è il primo alto dirigente dell'apparato russo ad aver abbandonato il Paese di Putin dopo l'inizio della guerra in Ucraina. Stavolta, però, la decisione è stata accompagnata da parole ferocissime, non solo nei confronti di Putin. "Non potevo più rimanere a guardare quello che la Russia stava facendo al Paese in cui sono nato", ha affermato Volobuev, originario di Okhtyrka, puntando il dito anche contro l'atteggiamento della stessa popolazione russa.

Secondo quanto riportato dal Moscow Times, che a sua volta ha citato il sito The Insider, l'ex numero due della banca di proprietà statale russa, aveva lasciato il Paese di Putin lo scorso 2 marzo con l'intenzione di unirsi alla compagine ucraina. Il top manager, che era stato licenziato dopo quella decisione, aveva trascorso un'intera carriera a lavorare nelle società del gruppo Gazprom, dove si era anche occupato, nella direzione pubbliche relazioni, di denigrare il sistema di gasdotti che attraversano l'Ucraina con i clienti europei. Era, di fatto, un uomo dell'apparato. Uno di quelli approvati dal Cremlino. Poi, l'avvio della cosiddetta "operazione speciale" di Putin e la scelta di voltare le spalle allo Zar. "I russi stavano uccidendo mio padre, i miei conoscenti, i miei amici. Mio padre ha vissuto per un mese in uno scantinato gelido", ha accusato il top manager di origini ucraine.

"Questo crimine è commesso da Putin, dal governo russo, e anche dai russi. Non è Putin a uccidere gli ucraini, a saccheggiare le loro case, stuprare le donne in Ucraina. Sono i russi. E anche se sono di origine ucraina, anche io ne sono responsabile", ha proseguito Igor Volobuev, prendendosela con i cittadini della Russia e pure con se stesso. "Mi vergogno perché la mia responsabilità è doppia: non solo sono un russo, ma sono nato in Ucraina dove sono vissuto per 18 anni"", ha infatti spiegato l'ex dirigente passato tra le fila di Kiev.

A Mosca - ha assicurato ancora l'uomo - nessuno sapeva della sua fuga dalla Russia. Anche perché ogni fuoriuscita di notizie in tal senso si sarebbe potuta rivelare rischiosa. Forse addirittura fatale. Non è un caso infatti che l'ex dirigente abbia avanzato dubbi e sospetti sulla suicidio dell'ex primo vice presidente di Gazprombank, Avaev, trovato morto a Mosca con la moglie e la figlia. Non un episodio isolato, visto ch pochi giorni prima, in Spagna, anche l'ex top manager di Novatek, Sergei Protosenya, era stato trovato senza vita con la moglie e la figlia. "Al momento del suo presunto suicidio, Avaev era ancora primo vice presidente di Gazprombank. Non credo che fosse capace di uccidere la sua famiglia. Penso che sia stata una messa in scena. Perché? È difficile da dire. Potrebbe aver saputo qualcosa. Avrebbe potuto essere una minaccia", ha insinuato l'ex numero due della medesima società.

Misteri, sospetti, paure. Fughe improvvise e segrete dalla Russia dello Zar.

Prima di Igor Volobuev, avevano lasciato il Paese anche l'ex primo vice presidente di Sberbank, Lev Khasis, la ceo di Yandex Elena Bunina, il vice Ceo di Aeroflot, Andrei Panov, e l'inviato per il Clima del Cremlino, Anatoly Chubais. Tutti via, prima che fosse troppo tardi.

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