Como, fermato marocchino: picchia e stupra la giovane moglie incinta

Dopo 4 mesi di violenze, la 27enne ha trovato il coraggio di chiedere aiuto durante il ricovero in ospedale, ma non è riuscita a lasciare il marito. Grazie alle indagini condotte dalla squadra mobile di Como, il pericoloso soggetto è finito dietro le sbarre

Como, fermato marocchino: picchia e stupra la giovane moglie incinta

È finito l'incubo di una giovane donna marocchina costretta da mesi a subire le violenze del marito connazionale, ora chiuso dietro le sbarre del carcere di Como.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, gli abusi, cominciati subito dopo il matrimonio fra i due, sono andati avanti per 4 mesi, fino a quando la vittima non ha trovato il coraggio di denunciare. “Tanto non ti crederanno mai, non parli neanche l’italiano” avrebbe spesso detto l'aguzzino alla sua vittima, come riportato da “QuiComo”.

A finire in manette un 39enne marocchino, in possesso di cittadinanza italiana, incensurato fino al momento della denuncia. Dopo essersi sposato nel proprio paese di origine, lo scorso dicembre l'uomo ha portato in Italia la consorte, una giovane di 27 anni, sottoponendola fin da subito a maltrattamenti ed a rapporti sessuali imposti con la forza. Minacciata, insultata, stuprata, e pestata anche con un bastone, la vittima ha sopportato in silenzio, senza sapere a chi chiedere aiuto. Le violenze sono così andate avanti per almeno 4 mesi. In un'occasione, dopo essere stata colpita con forza alla testa, la giovane ha perduto i sensi. Neppure di fronte alla gravidanza della moglie il magrebino si sarebbe fermato, continuando a picchiarla ed arrivando a sferrarle un colpo anche al ventre.

Tutto ciò è andato avanti fino al ricovero della 27enne in ospedale, avvenuto lo scorso 26 aprile. In questa circostanza, a differenza dei precedenti ricoveri in cui aveva tenuto la bocca chiusa per paura di ritorsioni, la marocchina ha cercato di spiegare quanto le stava accadendo. Grazie all'aiuto di un interprete, è riuscita a raccontare tutto al personale ospedaliero ed agli agenti della squadra mobile.

Da qui le indagini della questura, che hanno portato al fermo del pericoloso soggetto. Nella giornata di lunedì il 39enne è finito in manette con l'accusa di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni aggravate. Al momento è detenuto all'interno della casa circondariale Bassone di Como, dove si trova a disposizione dell'autorità giudiziaria.

La 27enne, invece, ha deciso di restare nella casa di famiglia. Le era stata offerta la possibilità di essere ospitata in una struttura protetta, ma ha rifiutato, preferendo rimanere insieme al suo aguzzino fino al momento dell'arresto.

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